I presidenti delle istituzioni UE, attraverso un documento approvato dalla plenaria della Conferenza per il futuro dell’Europa e presentato durante la cerimonia che si è tenuta il 9 maggio a Strasburgo, hanno preso atto della necessità di una modifica dei trattati UE per scrivere riforme rese necessarie dalla situazione internazionale.
La relazione finale della Conferenza arriva dopo un anno di incontri ed eventi organizzati in tutta l’UE, partecipati da migliaia di persone: le proposte comprendono le richieste del conferimento di un diritto di iniziativa legislativa al Parlamento europeo, l’introduzione di un diritto all’assistenza sanitaria per tutti i cittadini dell’UE, lo spostamento della produzione di energia verso le energie rinnovabili, nonché il miglioramento dell’educazione sulle questioni ambientali e tecnologiche.
Un ruolo diverso per l’Europa, dunque, legato al futuro dell’Ucraina: già con una risoluzione adottata il 4 maggio, gli europarlamentari avevano infatti chiesto di avviare la procedura per la modifica dei trattati, che comprende la convocazione di una convenzione che metta insieme i rappresentati del Parlamento europeo, del Consiglio, della Commissione e dei parlamenti nazionali.
Il Presidente francese Emmanuel Macron, il cui paese ricopre attualmente la presidenza del Consiglio, ha affermato che la riforma dei trattati consentirebbe all’UE di fornire maggiore controllo democratico attraverso l’adozione di decisioni a maggioranza qualificata, rispetto all’unanimità attuale utilizzata: un punto di svolta che consentirebbe la creazione di una comunità europea politicamente dinamica ed unita, che riprenda le idee di François Mitterrand, il quale già nel 1991 propose la creazione di una “Confederazione europea” che offrisse accoglienza ai paesi dell’Europa centrale e orientale appena liberati.
Tale proposito, arenatosi di fronte alla maggiore sicurezza offerta dalla NATO ai paesi dell’Est e di fronte all’opposizione frontale degli Stati Uniti, è stato rilanciato in considerazione del fatto che coinvolgere direttamente i cittadini nel processo decisionale dell’UE, al di là delle elezioni, sia l’unico antidoto alla divisione nella società.
Gabriele Serra
(fonte AGI, ANSA, EUROPARL)