Il governo italiano è pronto a nazionalizzare la raffineria ISAB di proprietà della Lukoil in Sicilia e chiederà al governo di decidere in merito in una riunione prevista per giovedì. ISAB raffina un quinto del greggio italiano e impiega circa 1.000 addetti oltre all’indotto, per un totale di circa diecimila posti di lavoro.
Con l’acquisizione da parte dello Stato della gestione, l’impianto potrà continuare la produzione acquistando petrolio da altri fornitori, con l’agenzia di credito statale SACE che fornirà garanzie alle banche creditrici, aggiunge il giornale.
Dunque, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il ministro delle Imprese Adolfo Urso stanno predisponendo in queste ore il provvedimento con cui l’impianto siciliano finirà sotto il controllo del Tesoro. Direttamente, così come è avvenuto per Mps, o tramite Invitalia, seguendo il modello dell’operazione Ilva.
A costringere l’esecutivo a questo passo è la scadenza del 5 dicembre, quando diventerà operativo l’embargo sul petrolio di Mosca da parte della Ue. A quel punto, la raffineria — di proprietà del colosso russo Lukoil — non potrà più ricevere il greggio finora assicurato dalla società energetica. Mettendo così a rischio oltre 10 mila lavoratori, tra dipendenti e indotto. Entrando lo Stato nella gestione, l’impianto potrà continuare la produzione acquistando petrolio da altri fornitori non colpiti da embargo. (Fonte: Reuters)