A Torino va in scena “Un estremo atto d’amore”, i quaderni di Claudio Foschini: un viaggio penale ed esistenziale dalle baraccopoli romane degli anni ’60 e ’70 (di Matilde Cugusi)

I quaderni del carcere scritti da Claudio Foschini sono il canovaccio di “Un estremo atto d’amore”, lo spettacolo teatrale che andrà in scena da giovedì 6 ottobre fino a domenica 9 alle 21.30 Al CinemaTeatro Maffei di Torino, ex cinema a luci rosse riconvertito in luogo di cultura a luci di tutti i colori.

Romano classe ’49, Foschini nasce nel più-che-sottoproletario Rione Mandrione – vera e propria baraccopoli sorta nei primi anni Quaranta all’interno del quartiere Tuscolano. Nel contesto di miseria caratteristico di questa fetta di Roma est, quella che ha ispirato Pasolini e tutto il neorealismo italiano, Foschini cresce sia a livello personale sia delinquenziale nei turbolenti anni ’70. Furti, rapine e droga, in particolare eroina, lo porteranno sin dalla minore età a frequentare le istituzioni carcerarie e, dunque, a trovarsi da una situazione di privazione di risorse e di opportunità a quella particolare condizione di privazione della libertà che caratterizza l’esistenza di un detenuto. Durante uno dei tanti periodi di reclusione, Foschini partecipa come attore alla messa in scena dell’Antigone di Sofocle all’interno del neonato gruppo teatrale del carcere di Rebibbia. Il teatro è per lui l’apertura di un mondo e rappresenta un punto di svolta sia nella sua vita sia in Un estremo atto d’amore. Foschini scopre la recitazione, scopre di avere una spiccata e innata dote mimetica e ne gode perché ha la sensazione di averlo fatto per tutta la vita.

Lo spettacolo è la trasposizione teatrale di un radiodramma creato da Riccardo Salvini, Federico Pianciola e Luca Morino vincitore del Premio Lucia 2020. L’incontro con la regista Viren Beltramo, della compagnia GenoveseBeltramo, ne sancisce la realizzazione.

Qual è l’estremo atto d’amore? «Foschini descrive in questo modo cos’è per lui recitare», specifica Federico Pianciola. «Per noi, invece, è un estremo atto d’amore ciò che ha fatto lui, raccontandoci la sua vita e, specularmente, ciò che facciamo noi raccontandola agli spettatori».

Oltre al racconto delle vicende, continua Pianciola, lo spettacolo è particolarmente curato anche dal punto di vista sonoro al fine di restituire in platea un ‘senso di gabbia’, avvolgendo ed intrappolando il pubblico nel caldo o nel gelido della narrazione.

 

Per saperne di più https://www.facebook.com/events/508345320624488/

Matilde Cugusi

Related posts