Aiuti umanitari rivenduti al mercato nero: in cella a Odessa il capo di una fondazione. E tra i soldati ucraini (non di carriera) serpeggia il malumore

Riceveva a Odessa tonnellate di aiuti umanitari per i soldati e per i civili ucraini. Ma invece di distribuirli li rivendeva al mercato nero, con enormi speculazioni. Così è finito in carcere un cittadino ucraino arrestato dai servizi segreti Sbu. Il suo nome non è stato reso noto e nemmeno quello della fondazione umanitaria che guidava. L’arresto è avvenuto a Odessa, al sud dell’Ucraina, non distante dalle linee dove in queste ore si consuma la resistenza ucraina nel Donbass. “Dispositivi per la visione notturna, elmetti, giubbotti antiproiettile, kit di pronto soccorso: materiale estremamente necessari per i difensori ucraini. I commercianti hanno cercato di vendere illegalmente le donazioni ricevute”, fa sapere l’Unità di crisi di Anas Italia in Kramatorsk. “Sempre più spesso si hanno notizie di procedimenti penali contro fondazioni che raccolgono aiuti umanitari durante la guerra e poi li commerciano. Ora questo ladro rischia tra i 5 e i 10 anni di carcere”. Al momento dell’arresto l’uomo, dall’apparente età di 40 anni, aveva mazzi di contante nell’auto e con sè: i militari lo hanno sorpreso al momento della conclusione di un affare. Non è chiaro se con lui siano stati arrestati intermediari perché le indagini sono ancora in corso.

Un episodio simile era stato denunciato a Lviv più di un mese fa, quando la Sbu aveva arrestato un alto dirigente pubblico e un giornalista con l’accusa di aver incassato aiuti finanziari e rivenduto al mercato nero aiuti umanitari.

“Questi episodi di corruzione non sono isolati e fanno male ai civili ucraini e anche ai militari”, dicono all’Unità di crisi di Anas Italia, “spesso gli aiuti non arrivano a destinazione nel Don bass, dover si combatte la guerra, ma rivenduti. E i soldati ucraini hanno equipaggiamento invernale o incompleto”. Fra le truppe serpeggia da settimane il malumore: al fronte sud orientale ci sono tante civili in arrivo da città dove non c’è più la guerra, costretti a difendere gli oblast del Lugansk e Donietsk. E nel frattempo centinaia di civili, soprattutto giovani, legati agli oligarchi o figli di funzionari governativi, hanno eluso la legge marziale e pagando qualche migliaio di dollari si sono rifugiati all’estero”. Una situazione complessa, dove si manifestano però anche episodi di patriottismo tra i giovani del Donbass, soprattutto le ragazze. Che attraverso i social mettono in piedi raccolte di denaro e di materiali per i loro fratelli e padri al fronte. E’ il caso dell’hastag insta Victory of Donbass, creato pochi giorni fa.

 

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