Alleanza “latina”, la Romania fa sponda sull’Italia per entrare nell’Ocse (di Antoniu Martin*)

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, fondata nel 1961, riunisce paesi sviluppati che hanno un’economia di libero mercato e assumono una democrazia rappresentativa.
La Romania ha presentato la sua candidatura nel 2004 e dal 2016 ha rinnovato la sua intenzione ogni anno. Si può ritenere che l’adesione all’OCSE rappresenti un obiettivo importante della politica estera rumena. L’integrazione sarebbe un grande guadagno di immagine a livello internazionale, ei segnali offerti agli ambienti economici esterni attireranno sicuramente nuovi investimenti.
Nel 2022 l’OCSE ha deciso di avviare i negoziati di adesione con la Romania. Come membro della NATO dal 2004 e dell’UE dal 2007, la Romania è diventata un paese sempre più rilevante a livello europeo e internazionale. Negli ultimi anni, nel contesto della nuova equazione della sicurezza, la Romania ha ottenuto un ruolo significativo dal punto di vista geopolitico nella regione del Mar Nero.
Al suo interno, la Romania ha una crescita economica costante, rappresentando un modello di buone pratiche in campo sociale, culturale e legale.
Nel processo di adesione, la Romania ha bisogno del sostegno di paesi importanti. Uno di questi è senza dubbio l’Italia, che è anche membro fondatore dell’OCSE. I benefici partenariati tra Italia e Romania in numerosi campi possono anche riflettersi nel sostegno del governo di Roma per questa intenzione della Romania. L’ottimo rapporto tra Roma e Bucarest diventerebbe così molto speciale, potendo l’Italia contare invece sulla compartecipazione della Romania nella politica balcanica.
Così, gli interessi strategici dei due paesi potrebbero convergere e l'”alleanza latina” potrebbe dare i risultati sperati per entrambe le parti.

* storico e analista

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