“I magistrati onorari in servizio nel Distretto di Firenze a partire da lunedì 15 maggio inizieranno uno sciopero della fame per 24 ore ciascuno, nel giorno in cui terranno udienza, il cui comunicato sarà affisso fuori dall’aula e allegato al verbale di udienza”; l’iniziativa partirà “dalla sede di Firenze (che attuerà lo sciopero per tutta la settimana) per poi passare alle sedi di Pisa, Prato e tutti gli altri circondari per tutto il mese di maggio”. Lo annunciano in un comunicato i referenti distrettuali delle toghe onorarie, Gianrica Castellacci del coordinamento Federmot, Alessandra Battistini del coordinamento Unimo, Carmelo Pennuto di Angdp e Unagipa. Lo stesso 15 maggio – si annuncia ancora – “i giudici di pace inizieranno lo sciopero regolamentato dal loro codice e terranno una unica udienza ciascuno alla settimana per un mese. Anticipando così il decreto in corso di attuazione”, quindi “successivamente, se non saranno ascoltate le istanze della magistratura onoraria, a livello governativo ,sarà adottato lo sciopero della fame ad oltranza”.
Le toghe onorarie spiegano che “la protesta scaturisce in seguito all’approvazione dello schema del decreto attuativo da parte del Consiglio dei Ministri dello scorso 5 maggio” poiché con questo “i magistrati onorari, impiegati a tempo pieno da almeno 15 anni, si troveranno improvvisamente ad una riduzione drastica dell’apporto lavorativo con grave ricaduta sui processi in corso a danno della giustizia, al di la della riduzione del compenso. Tra l’altro, come è noto, la precarietà nella P.A. è stata piu volte oggetto di dibattito a livello Europeo con relative sanzioni anche gravi nei confronti dell’ostinato atteggiamento dello Stato Italiano verso detta fattispecie di “precaRiato di Stato”. Tale atteggiamento del Governo, danneggia due volte i cittadini: primo perche dovranno versare ulteriore somme in tributi per pagare le infrazioni e poi, il sistema giustizia subisce un ulteriore appesantimento (in termini di celerità del processo e soluzione dei problemi) con grave danno al sistema sociale ed economico.