“Mi arrivano centinaia di mail al giorno di medici e scienziati che mi danno ragione e mi dicono che non possono parlare”.
Tranquilli, non sono certo così importante. Le parole che ho riportato sopra sono state dette dal mio omonimo, Massimo Cacciari (filosofo), nella prima puntata della trasmissione “Quarta Repubblica” (Rete-4) del 6-9-2021. A proposito della quale, certamente in modo del tutto casuale (si capisce): com’è come non è, ogni volta che parla qualcuno in collegamento, fra “i non allineati”, ha sempre dei problemi di collegamento (come nel caso di Cacciari).
E’ la tecnica che va in voga nei talk show. Fateci caso. Quello controcorrente è sempre in collegamento. Quando va bene.
Altro trucchetto, è quello di fargli, precedentemente, un’ intervista (a chi è controcorrente) e poi la si manda in onda “sapientemente” montata; poi, nello studio, in diretta, quando quello non si può più difendere, lo si massacra di insulti di tutti i tipi. Nel silenzio del conduttore, il quale (in buona o cattiva fede che sia, forse si scoprirà fra qualche anno), immagino, penso, forse: si trovi nella stessa situazione dei medici e scienziati di cui sopra.
Vuoi condurre e lavorare? E allora “segui il pensiero unico” e non rompere. Anzi, i conduttori, molto zelantemente, appena un Tizio (nei rari casi di giornalisti e/o altri collegati, controcorrente), sta rispondendo, magari ad una sciocchezza e/o a un insulto di altri: il “bravo presentatore”, immediatamente interviene: “Un momento che devo mandare la pubblicità, poi ti faccio finire…”. Ovviamente, dopo la pubblicità, chi si ricorda più?
Tornando a Cacciari, ascoltandolo, non ho potuto fare a meno di associare il grido di dolore degli scienziati e medici di cui sopra, a quello, pari pari, dei dipendenti bancari (nelle varie responsabilità) del recente passato. Giuro, mi è venuto spontaneo. I bancari non sono pure esperti? Di “piccioli”, ma sempre esperti. O no?
Vi ricordate quando, nel recente passato, “andava di moda” la vendita di pacchetti di titoli “spazzatura” e/o di azioni “supervalutate”? Vi ricordate quando vendevano questi titoli ad ignari risparmiatori? Fino alla vigliaccata di quando si vendevano questi titoli ai poveri pensionati, che investivano la loro liquidazione? Era l’Era del bancario quasi “di famiglia”. Ecco, non so perché, ma mi è venuta in mente la stessa situazione.
Si scoprì poi, infatti, che i bancari erano spesso (si può dire?) “ricattati” dal proprio responsabile (in senso lato e stretto), che gli faceva la classica domanda? Vuoi fare carriera? Allora procedi. Questo quando andava bene. Quando andava male, gli si prospettava magari (forse, penso, non lo so) un trasferimento di sede di mille km, se non di peggio.
Ecco, le affermazioni di Cacciari, che notoriamente non le manda a dire, su medici e scienziati che quasi lo pregano in ginocchio di intervenire, mi hanno ricordato questa pagina nera del “sistema” bancario. Come testimoniato dallo stesso Cacciari, questa pagina nera si sta “trasferendo” al pianeta sanità. La cosa in comune con i bancari, e che chi decideva e pianificava questi comportamenti, sono sempre i grandi gruppi multinazionali. Prima in campo bancario, oggi in campo sanitario. Il capitalismo non guarda in faccia nessuno: “Business is business”.
Bisognerebbe nazionalizzare le banche, le case farmaceutiche e le fabbriche di armi. Ovviamente in tutto il mondo. Altrimenti non avrebbe senso.
Tornando a Cacciari, oggi siamo quindi nella stessa situazione dei bancari. E questo è plasticamente dimostrato dalle grida di dolore dei medici di cui sopra. E solamente le persone indipendenti da tutto, come Cacciari, possono avere la forza di dire le cose come stanno.
Certo, ci sarebbero pure i “grullini”, ma quelli ormai sono stati silenziati da Grillo prima, e, peggio mi sento, pure dopo: dal sedicente “avvocato del popolo”.
L’ho sentito in una intervista (diciamo), in tema di vaccinazione obbligatoria, e non so quale sforzo abbia fatto per dire che era d’accordo, ma solo “se ce ne fosse bisogno“. Che vuol dire tutto e niente.
Aridateme: “Azzecca-garbugli”!
(Massimo Piccolo)