Una legge che aiuti le famiglie sarde dove c’è un paziente autistico, soprattutto nella diagnosi precoce e nella terapia. L’ha discussa questa mattina in Consiglio regionale della Sardegna, unendo tre proposte: quella del sardista Stefano Schirru, insieme a quella del progressista Diego Loi e di Rossella Pinna (Pd).
Secondo Schirru, relatore di maggioranza, “il disturbo dello spettro autistico è un disturbo del neurosviluppo che configura una disabilità complessa di natura neurobiologica, con esordio nei primi tre anni di vita; tale disabilità colpisce pervasivamente la comunicazione, la socializzazione ed il comportamento e può assumere espressività variabile durante il ciclo di vita. La constatazione che i disturbi dello spettro autistico sono molto più frequenti di quanto ritenuto in passato (il numero dei soggetti affetti da autismo in Italia è centuplicato negli ultimi venti anni passando da 1:10.000 ad 1:100 mentre negli USA, secondo i dati della Food and Drug Administration e dei Centers for Desease Control and Prevention attualmente sono giunti ad un rapporto 1:59) richiede un rapido e profondo processo di conoscenza della problematica.
L’autismo non presenta prevalenze geografiche e/o etniche, in quanto è stato descritto in tutte le popolazioni del mondo, di ogni razza o ambiente sociale. Presenta, viceversa, una prevalenza di sesso, in quanto sembra colpire i maschi in misura da 3 o 4 volte superiore rispetto alle femmine”.
Nel corso dei lavori preparatori la commissione Sanità del parlamento sardo aveva sentito i rappresentanti delle organizzazioni che da sempre si occupano di pazienti autistici e delle loro famiglie, raccogliendo spunti e riflessioni per migliorare il testo legislativo.
Per l’esponente sardista (che dal 2019 sollecitava l’approvazione di una legge a sostegno dei pazienti con disturbi di questo tipo) “è certo che l’autismo crea forti problematiche relazionali in ambito familiare. Infatti, è proprio sulla famiglia che ricade l’onere più alto dell’assistenza, sia sul versante emotivo sia su quello materiale, per sostenere i costi umani ed economici di prestazioni che il sistema del welfare pubblico non offre. Da qui l’importante e fondamentale intervento a favore della famiglia, l’unica in grado di portare il bambino ad un’integrazione nella società quanto più elevata possibile.
La proposta di legge, pertanto, persegue l’integrazione sociale, scolastica e lavorativa delle persone con disturbi dello spettro autistico, garantendo l’esercizio concreto del diritto alla salute e la fruizione delle prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali con una rete integrata di servizi”.