Manca sempre meno alla caduta in mano russa della città di Bachmut–Artemovsk . La città è ormai accerchiata almeno su tre lati dall’esercito russo e quello della Pmc Wagner.
“L’esercito russo ha praticamente bloccato Artemovsk” dichiara Yan Gagin, Consigliere del capo della Repubblica Popolare di Donetsk. “La guarnigione ucraina conta circa diecimila persone”, ha aggiunto Gagin. Un numero di gran lunga inferiore a quello dell’esercito ucraino dispiegato a difesa della città negli ultimi mesi, a riprova delle ingenti perdite subite dai soldati di Zelensky. Nei giorni scorsi il capo della Wagner Group Evgeny Prigozhin aveva dichiarato in una lettera indirizzata al Ministro della Difesa russo che il suo esercito privato controlla fino al 70% del territorio. Percentuale che continua a salire con il passare delle ore. Qualche centinaio di civili è rimasta nei rifugi sotto le abitazioni: c’è chi non è riuscito a fuggire e chi aspetta l’ingresso dei soldati russi nella speranza che la città sia ricostruita in pochi mesi, come accaduto a Mariupol dove nei giorni scorsi i russi hanno consegnato i primi appartamenti alle famiglie.
Intanto a sorpresa a Bachmut è arrivato il presidente Zelensky. “Bakhmut è in piedi, le forze di difesa tengono la città”. Lo ha sottolineato il chief of staff della presidenza ucraina, Andriy Yermak, in un tweet nel quale allega fotografie della visita con Zelensky ai soldati impegnati al fronte senza però precisare quale porzione della città sia effettivamente controllata dalle milizie di Kiev. Il presidente ucraino, come riporta l’agenzia Ansa, dopo aver visitato il fronte nella linea di Bakhmut ha svolto un incontro sulla situazione sociale e di sicurezza nella regione di Donetsk. “Ho ascoltato il rapporto del comando militare sullo stato della situazione operativa nella zona di responsabilità del gruppo operativo-tattico Lyman – racconta Zelensky su Telegram – e ho discusso separatamente del ripristino dell’infrastruttura distrutta, garantendo una fornitura ininterrotta di acqua ed elettricità”.
Nel mentre non si fermano gli attacchi a Zaporizhye. La città è stata colpita da droni “Lancet” nel corso della mattinata i quali hanno distrutto alcuni tank ucraini. Ma non solo. Tra i danni collaterali si registra anche un edificio di nove piani centrato da un missile di difesa aerea S-300 ucraino. Un altro razzo si è conficcato nel tetto ma non è esploso. Non è la prima volta che i sistemi anti-aereo ucraini falliscono colpendo edifici civili. Da qui le pressanti richieste del governo di Kiev per ricevere un ammodernamento dei propri sistemi di difesa. Le fonti informative ucraine sostengono invece che si tratti di un attacco russo. Al momento ci sono 32 feriti. Secondo l’ufficio del procuratore ucraino, le forze russe hanno sparato almeno sei missili contro Zaporizhzhia. Il tipo di missile è “attualmente in fase di definizione”, ha affermato l’ufficio del procuratore ma questo lascia pensare che il danno sia stato provocato dal sistema antiaereo in dotazione alle difese di Kiev.