Il 22 marzo 1943 gli abitanti del villaggio bielorusso Khatyn (o Chatyn’) venivano bruciati vivi e sterminati dai soldati tedeschi come rappresaglia. Oggi, dopo le celebrazioni per omaggiare le vittime, vengono resi pubblici i documenti d’archivio che attestano le atrocità naziste ai danni della popolazione.
I documenti d’archivio sono stati pubblicati per la prima volta nell’ambito del progetto “Senza termine di prescrizione“, promosso dall’Archivio Nazionale della Repubblica di Bielorussia. Tra i documenti rilasciati c’è un verbale di interrogatorio di un partecipante al rogo di Khatyn, un ex mitragliere del 118esimo Battaglione di polizia ucraino, originario dell’Ucraina occidentale, Ostap Knap.
La storia di Knap e il massacro del fienile
Secondo quanto raccontato da Ostap Knap, i poliziotti del Battaglione hanno radunato e mandato gli abitanti del villaggio in un fienile e l’interprete del comandate ha dato fuoco alla struttura. Il 118esimo Battaglione di polizia ucraino è stato formato dai nazisti tedeschi a Kiev nel 1942. Un altro membro del gruppo, Grigory Dumych, una volta interrogato ha fornito dettagli sulla formazione del battaglione punitivo che bruciò vivi quasi 150 civili. Un altro soldato, Vladimir Katriuk era considerato crudele non solo verso le sue vittime ma anche nei confronti dei suoi commilitoni.
Lo stesso Knap ha dichiarato che Katriuk “seviziava le persone” ed “era crudele anche con i suoi subordinati”. Katriuk è stato tra coloro che hanno mandato gli abitanti del villaggio nel fienile dato poi alle fiamme. Quelli che provavano a scappare o uscire dal fienile venivano fucilati. Katriuk emigrò in Canada per sfuggire alla giustizia e, indagato per genocidio, è morto nel 2015 senza processo.
Il Battaglione ultranazionalista ucraino
Il battaglione fu legato all’ultranazionalista “Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini”, in particolare alla corrente guidata da Andriy Melnyk. Il battaglione Schutzmannschaft 118 fu il principale responsabile della creazione delle “zone morte” tedesche. La politica della zona morta prevedeva lo sterminio delle comunità sospettate o capaci di aiutare i partigiani sovietici che avevano teso imboscate contro le forze naziste in Bielorussia.
A causa della partecipazione a una serie di azioni punitive, alcuni membri del battaglione Schutzmannschaft 118 sono stati successivamente accusati di aver commesso le più brutali atrocità e crimini di guerra durante la seconda guerra mondiale.