Si sa quando parte (sempre puntuale), ma non sempre si sa quando arriva. Ma almeno ora c’è il parco carrozze completamente rinnovato con tanto di aria condizionata e comfort, con tanto di annunci di tutte le stazioni affidate ad un monitor e alla voce di uno speaker che preannuncia la stazione di arrivo. Insomma, treni di nuova generazione (ormai in viaggio da un po’ di anni). Ma rimane la nota dolente, quella di sempre: i tempi di percorrenza. Parliamo ovviamente dei treni delle ferrovie Appulo Lucane. Ma dove si è visto mai che per passare da una regione all’altra (da Matera a Bari, dalla Basilicata alla Puglia) bisogna avere pazienza e stare comodamente seduti in treno per almeno due ore, più o meno quando impiega un aereo per coprire la distanza Roma-Londra? Ossia per percorrere la bellezza di 62 chilometri? Così è, se vi pare, diceva Pirandello. E del resto a Matera non c’è una ferrovia dello Stato, l’unica esistente è quella che un tempo si chiamava ferrovia Calabro Lucane e che copriva quattro regioni: Basilicata, Calabria, Campania e Puglia. Tutte, come le attuali, con binari a scartamento ridotto.
E allora, giacché ci siamo vediamo più in dettaglio come stanno le cose. Venite con noi: armatevi di pazienza e portatevi un giornale, c’è tempo per leggere. Partenza col treno n. 18 dalla stazione Sud di Matera alle 9,59. Partenza puntuale. Prima fermata stazione centrale (sempre di Matera): alcuni minuti per arrivare. Poi Matera Villa Longo, Matera Serra, Rifusa, Venusio, Marinella. Circa mezz’ora anche a causa dei frequenti rallentamenti. Circa mezzora ancora in Basilicata. Dopo di che finalmente si arriva in Puglia: Altamura. Ma qui non finiscono i problemi: ci sono ancora altre stazioni in cui il treno deve osservare l’inevitabile fermata: a ogni paese c’è sempre gente che sale o scende, tra turisti, studenti e “paesà” che si spostano da un paese all’altro, spesso per lavoro. Da una regione all’altra. Una decina di fermate. E ne citiamo alcune: Pescariello, Toritto, Grumo Appula, Binetto, Palo del Colle, Modugno e finalmente Bari. E’ finita? Macché. Solo a Bari ci sono altre fermate: Policlinico, Bari-Scalo e stazione centrale. Arrivati. Il treno attacca gli ormeggi. Come detto, circa due ore di percorrenza. Anzi, se (sempre a Bari) “scappi” prima di arrivare alla stazione centrale (ma dipende da dove abiti) risparmi qualche minuto. Ma a questo punto vale la pena? Evviva, almeno siamo arrivati.
Una chiarificazione: detto così chi ascolta (o legge) ha l’impressione che qui al Sud siamo tutti “terroni”, come piace definirci al Nord. No, non è così. Non possiamo parlare di disservizi. Gli è che – come già detto – a Matera non c’è ancora una ferrovia dello Stato. Non c’è mai stata dal 1861, dall’Unità d’Italia. E questa non è, non può essere, una responsabilità locale. Fa parte delle solite diseguaglianze che interessano tutto il Mezzogiorno d’Italia. Al Centro-Nord c’è l’alta velocità, qui da noi c’è la bassa velocità (e nel caso della Matera-Bari, e non solo, a binario unico). Basti vedere le peripezie che sta attraversando la Bari-Napoli, che rimarrà cantierizzata (per l’alta capacità con tempi di percorrenza inferiori rispetto all’alta velocità) nonostante annunci e proclami. Altro che quota di Pnrr che dovrebbe servire a eliminare le diseguaglianze (una condizione posta dalla stessa UE)!
Insomma, siamo combinati male non per colpa nostra. Al punto che sembra anche un peccato veniale (e torniamo al treno Matera-Bari) l’improvvisa e imprevedibile indisponibilità del bagno di bordo. Una signora si alza e si muove, si vede che non riesce più a trattenere. Chiede: ma dov’è il bagno? Le risponde una gentile ferroviera con tanto di divisa: “Signora, ci spiace, ma il bagno è allagato, se vuole la facciamo scendere alla prossima fermata” Cose che non dovrebbero accadere, ma accadono. Che vuoi farci, siamo al Sud.
Nella foto un treno delle ferrovie Appulo Lucane in attesa della partenza