L’epidemia di Coronavirus sta creando il panico e i quesiti in merito aumentano giorno dopo giorno. Il primo interrogativo che non trova spiegazione è come mai non siano stati messi in quarantena i 202 passeggeri provenienti da Wuhan, epicentro della malattia, che la settimana scorsa sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino. Considerando che si sa ancora poco del virus, un accertamento veloce, come quello che è stato fatto, non è certo sufficiente a fugare in rischio di un contagio incontrollabile. Ma d’altronde, quando il motto costante è quello radical chic di aprire porti e frontiere, tutto il resto passa in cavalleria, anche a discapito dei cittadini stessi; però non si può si può certo definire buona una madre che non pensa in primis ai propri figli.
Un altro interrogativo che risuona silenzioso è come mai ci sia il bisogno di costruire ospedali in grado di accogliere migliaia di persone quando il numero di morti, benché preoccupante, è di 170 persone. Possibile che a noi giungano notizie incomplete e che nel continente euroasiatico ci sia già la consapevolezza che siamo davanti a una pandemia?
Domanda che non trova risposta certa, d’altronde argomenti così delicati vanno trattati con i giusti accorgimenti. Se la buona informazione alle volte è sfalsata da motivi politici al fine di evitare il risveglio delle coscienze (vedasi il silenzio sulle proteste in Francia), in casi come questo deve esser necessaria per tutelare la salute dei cittadini del mondo.
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