“Diario dentro, pensieri dalla mia cella”, a Torino la premiazione del concorso per detenuti – scrittori

Carcere e letteratura: si è svolta presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, la cerimonia di premiazione della XVI Edizione del Premio Carlo Castelli, un prestigioso concorso letterario dedicato ai detenuti delle carceri italiane organizzato e promosso dal settore “Carcere e Devianza” della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV, che coinvolge detenuti dei penitenziari di tutta Italia.

Ogni anno, un carcere o un Istituto Penitenziario Minorile (IPM) viene scelto come sede della cerimonia, durante la quale vengono letti e premiati i racconti selezionati da un’apposita giuria.

Il tema di quest’anno, intitolato “Diario Dentro, pensieri dalla mia cella“, rappresenta la routine quotidiana dei detenuti, una sequenza inarrestabile di giorni monotoni. In questo contesto, la scrittura assume un ruolo essenziale, fungendo da strumento per affrontare il passato, elaborare il dolore e coltivare la speranza in un futuro diverso. “La scrittura è un potente mezzo di recupero e trasformazione, che aiuta i detenuti a esplorare e condividere le loro esperienze, a ricostruire legami con il mondo esterno e a intraprendere un nuovo percorso di vita,” afferma Paola Da Ros, Presidente Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli.

I racconti vincitori della XVI Edizione del Premio Carlo Castelli sono stati:

Primo Classificato: “Quelle mani sfiorite”, un monologo, una profonda riflessione dentro la propria cella, di notte. L’autrice ripercorre momenti tragici tramite la descrizione di: “quelle tue mani che un giorno si sono sporcate, non di lavoro, ma di vita”. Solo alla fine della narrazione si alza una speranza di libertà: “il mio pensiero non avrà mai una prigione”.

Secondo Classificato: “Scene di una prigionia”, un racconto che descrive la vita carceraria con una dualità di visioni: il giorno, caratterizzato da rumori assordanti, e la notte, in cui il silenzio è spezzato solo da qualche detenuto in sofferenza. Il testo riflette sulla povertà spirituale precedente alla detenzione e pone una domanda inquietante: “Mi chiedo se, a lungo andare, questa ristrettezza di spirito si impossesserà anche di me…”

Terzo Classificato: “I….”SE “….”, un racconto toccante che narra di un tragico evento all’interno del carcere di notte. Il racconto si concentra su Elena, che assiste a un suicidio nella sua cella. Il tema, purtroppo, è drammaticamente attuale, e il racconto porta il lettore a riflettere sui “se” che sembrano non avere fine.

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