Donazione di Federico Alesi di un calcio balilla al reparto Oncoematologia del Civico di Palermo

Federico Alesi, alcamese, fin da piccolo la passione della musica, poi dj e, adesso, musicista (a giorni la sua prima produzione musicale con una importantissima casa discografica), da sempre sensibile ai grandi temi legati alla ospedalizzazione dei bambini oncologici, ha voluto donare, un po’ come usa fare in occasione dei grandi appuntamenti cristiani dell’anno, un “Calcio balilla”, di grande pregio e qualità, ai bambini affetti da immunodeficienze curati presso il reparto di Oncoematologia dell’ospedale di alta specializzazione “Civico” di Palermo .

Il tutto attraverso l’Associazione siciliana immunodeficienze primitive onlus che ha il merito di avere acquistato una casetta per ospitare gratuitamente i bambini con gravi patologie oncoematologiche e le loro famiglie che vengono da fuori Palermo.

«Chi ha vissuto lì dentro e chi ha visto la sua vita sospesa ad un filo sa quanto importante sia dare una risposta alla domanda “TI VA DI GIOCARE?”. Questo chiedono, infatti, i bambini quando decidono che vale la pena di conoscere un coetaneo che magari sta zitto in un angolo e che non ha voglia di parlare o quando giunge, in reparto, un amico o un genitore» ha affermato Federico Alesi nel consegnare, il gioco, in reparto agli operatori dell’associazione e ai medici.

«Ho voluto regalare un momento di gioia a questi bambini e adolescenti e dir loro che nella vita non bisogna mai arrendersi e per farlo bisogna avere qualcosa in cui credere e che valga la pena amare sul serio. Credete in qualcosa e lottate con tutte le vostre forze». Questo il messaggio lanciato dal musicista alcamese Federico Alesi ai bambini a cui ha donato, con i genitori, questo magnifico “Calcio balilla”.

L’ospedalizzazione è percepita dai bambini come un’aggressione contro il loro mondo di gioco e di magia e, naturalmente, può innescare sentimenti negativi come la rabbia, la tristezza e la depressione.

Di conseguenza, il gioco diventa una strategia che può ridurre al minimo i disagi causati dal ricovero in ospedale e contribuire alla lotta contro la malattia.

Iniziative come quelle del giovane Federico Alesi, non solo vanno pubblicizzate e portate all’attenzione del grande pubblico, ma vanno anche imitate. Non c’è mai limite alla solidarietà e alla vicinanza verso chi soffre.

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