BASILICATA/Dopo il covid torna la “Storia bandita”. A Brindisi di Montagna i briganti sono pronti a raccontare le loro imprese

E’ stato come un fulmine a ciel sereno: da un anno all’altro sono stati cancellati, con un colpo di spugna, sagre, feste e rappresentazioni che caratterizzavano e allietavano le serate estive della Basilicata. Eventi che costituivano momenti di identità in una terra piuttosto sorniona, e che in qualche modo riuscivano a tirar fuori la regione dalle secche dell’isolamento. Gran parte dei paesi degli oltre centotrenta complessivi aveva la sua festa, che esercitava un richiamo notevole non solo tra i giovani lucani, ma che attiravano turisti e comitive abituali e occasionali anche da altre regioni, come Puglia e Campania. Poi, quasi per effetto domino, dopo un primo colpo di spugna, eccone un altro. Fino a lasciare in piedi pochi eventi. Di chi la colpa? Indubbiamente del Covid, ma anche della mancanza di fondi. E così addio a estati scoppiettanti. Sia ben chiaro: un evento può anche essere sacrificato all’altare di bilanci comunali eternamente risicati (nonostante il petrolio). Ma in estate (nei mesi invernali la regione deve solo pensare a fronteggiare i rigori del freddo) un minimo di pepe ci voleva in giornate che in molti paesi scorrono sempre uguali. Secondo i ritmi dettati da una popolazione ormai anziana.

Musica etnica e popolare, gastronomia tipica lucana, rievocazioni storiche, giochi e tante altre iniziative di contorno, previste nei cartelloni, per migliaia di persone costituivano un appuntamento ineludibile. Feste a tema in paesi come Spinoso, Sant’Angelo le Fratte, Anzi, Valsinni e Lagonegro, per fare alcuni esempi. Vista la distanza irrisoria tra un paese e l’altro, molti giovani organizzavano veri e propri coast to coast nella speranza di <acchiappare> più di una festa nella stessa serata. Prerogativa soprattutto di giovani che venivano da altre regioni. Bastava il passaparola e il gioco era fatto. Insomma, quando arrivava l’estate un nuovo fremito sembrava attraversare la regione, nuove energie e tanta voglia di sano protagonismo. Tutto (o quasi) finito?.

A <saltare> inaspettatamente anche uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, che univa storia e natura e che si teneva ogni anno nello scenario naturale di Brindisi di Montagna: La Storia bandita (annunciata con pubblico bando). Una rappresentazione scenica del Brigantaggio post-unitario, che proprio questa estate tornerà a rivivere nel palcoscenico naturale di Brindisi di Montagna, con luci fantasmagoriche ed effetti speciali. Da sfondo una montagna, che sembra parlare, <decantare> le imprese dei briganti di questa sorprendente Basilicata. Una ripresa alla grande. Una rappresentazione spettacolare che ogni anno, prima dello stop imposto dal Covid, si teneva davanti a una platea attenta e competente, e che spesso ha registrato 3500 presenze, ossia il massimo della capienza anche perché . come già detto – il richiamo di questo evento si è diffuso anche nelle regioni limitrofe.

Numeri di tutto rispetto che danno l’idea dello spessore di questo evento. Quattrocento figuranti, tutti volontari, in un anfiteatro appunto da 3500 posti, su un’area scenica naturale di 25000 mq, per quello che è ritenuto il <più grande spettacolo di teatro popolare in Italia>. Un grande affresco storico che ripropone in chiave epica il periodo delle Insorgenze e del Brigantaggio post – unitario nel Sud Italia. Oltre 600 proiettori luce, 45000 watt di potenza per un sistema audio multidiffusione, proiezioni dinamiche di grandi immagini, schermi ad acqua, e suggestive ambientazioni scenografiche davano ogni anno ad un “film dal vivo” unico nel suo genere. Due rappresentazioni settimanali con protagonisti i briganti lucani guidati dal carismatico Carmine Crocco, in lotta contro i soldati piemontesi del Regno Sabaudo. Una straordinaria performance artistica impreziosita da incredibili effetti speciali e dalle voci famose di Michele PlacidoLina SastriPaolo Ferrari e Orso Maria Guerrini. E a completare animazioni e spettacoli i grandi eventi concertistici che si tenevano sempre nel Parco. Prima dello spettacolo dei briganti di scena il falco “telecomandato” che piomba dalla collina e che ricorda i luoghi frequentati da Federico II di Svevia che è stato il primo amante dello sport medievale “caccia al falco”. Tutto nel suggestivo scenario della foresta della Grancia, in cui sorge il primo parco rurale d’Italia, dodici ettari tra natura e cultura.

Insomma, un’ampia landa che si trasformava in campo di battaglia, alle pendici del castello. Dal 1860 al 1864 i briganti infatti raggiunsero anche i boschi intorno a Brindisi di Montagna, paese che poi fu risparmiato dalle incursioni delle bande capeggiate dal lucano Carmine Crocco e da Josè Borjes. Rievocazione storica rimasta indelebile in Basilicata, a partire dalle sfilate di armigeri, dame e cavalieri, musici e giullari. Poi giostre e giochi mentre tra le vie del paese si diffonde un inebriante profumo di cibo dal sapore antico. “Il brigante è come la serpe, se non la stuzzichi non morde” diceva il capo indiscusso dei briganti, Carmine Crocco (detto Donatello o Donatelli). Una frase senza fronzoli e tutto sommato azzeccata, una frase che rispecchia fedelmente il modo di essere dei briganti, al di là di ogni definizione (criminali, banda di malfattori, braccianti ribellatisi ai soprusi dei latifondisti, ecc.). Il brigantaggio, infatti, molto più realisticamente è stato un fenomeno criminale (se così si può definire) scaturito da un moto di ribellione nei confronti dei latifondisti, dopo anni di sottomissione e soprusi. Un fenomeno che nel corso degli anni, durante il regime borbonico, ha cambiato faccia come un camaleonte fino a diventare un vero e proprio movimento con Carmine Crocco che da bracciante <deluso> era diventato capo di un esercito di duemila uomini.

Tutto avviene in pieno agosto, nel mese più caldo dell’anno, che in Basilicata però, in alcuni giorni, può anche essere il mese più freddo, soprattutto a sera inoltrata. E non è un caso se la maggior parte degli spettatori si presenta anche in abbigliamento pesante (piumini e maglioni), se non proprio – come fa gran parte del pubblico – con la coperta al seguito. Della serie “non si sa mai”, il freddo potrebbe arrivare improvviso. Un freddo che spesso non si fa pregare. A riscaldare l’ambiente – e le persone – ci pensa lo spettacolo.

    Una scena dello spettacolo “La Storia bandita”. Un grande ritorno dopo la pausa imposta dal Covid

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