L’esercito ha attaccato «terroristi di Hamas che erano sistemati in un palazzo vicino all’ospedale Al-Quds di Gaza City». Lo ha detto il portavoce militare riferendosi alla denuncia di Hamas di un bombardamento della struttura da parte di Israele. Il portavoce ha spiegato che «l’attacco è stato compiuto dall’aria e ha comportato esplosioni in un vicino deposito di munizioni». Secondo la stessa fonte, l’esercito ha annunciato di aver conquistato anche una roccaforte di Hamas nel nord della Striscia. «All’interno – ha concluso – sono stati trovati lanciatori di missili, armi e materiale di intelligence».
Navi da guerra italiane al largo di Gaza
L’Italia ha schierato le due fregate Margottini e Fasan al largo di Gaza e del Libano. La Marina italiana ha inviato le sue due navi da guerra a presidiare l’area del Mediterraneo di fronte a Israele dopo l’operazione congiunta Nato insieme alle due portaerei americane Eisenhower e Gerald Ford. Le due fregate italiane sono in grado trasportare elicotteri e si aggiungono alla presenza del Pattugliatore Polivalente d’Altura Thaon di Revel, già inviato la scorsa settimana. In Libano inoltre sono presenti 1300 soldati italiani nell’ambito delle missioni di pace dell’Onu.
Hamas, 14 uccisi in attacchi Israele a Rafah sud Gaza
Il ministero della Sanità di Hamas – riferito da Haaretz – ha detto che almeno 14 persone sono state uccise durante la notte in attacchi israeliani a Rafah, nel sud della Striscia. Al tempo stesso la Mezzaluna rossa palestinese, citata dai media, ha riferito di un attacco aereo israeliano nei pressi dell’ospedale al-Quds di Gaza City.
Scontri in Cisgiordania, ucciso un Palestinese
Un palestinese è stato ucciso in scontri con l’esercito israeliano nel villaggio di Sair, vicino Hebron in Cisgiordania. Lo hanno riferito, citate dall’agenzia Wafa, fonti mediche che hanno identificato l’uomo in Saad Nimr Al-Faroukh (24 anni). Gli scontri sono avvenuti nel corso di un’operazione dell’esercito arrivato nel villaggio per mappare la casa di un ragazzo palestinese di 16 anni autore nei mesi scorsi di un attentato nel quale era stata uccisa in Città Vecchia a Gerusalemme una poliziotta israeliana. La mappatura di una casa avviene ai fini della sua distruzione.
Netanyahu: assumeremo responsabilità sicurezza a Gaza
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato su Abc News che il suo Paese avrà «la responsabilità generale della sicurezza» della Striscia di Gaza «per un periodo indefinito» una volta terminata la guerra con Hamas. «Perché abbiamo visto cosa succede quando non ce l’abbiamo. Quando non abbiamo questa responsabilità in materia di sicurezza, vediamo l’esplosione del terrore di Hamas su una scala che non potevamo immaginare», ha spiegato.
Netanyahu ha respinto ancora una volta l’idea di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza senza il rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas. «Non ci sarà alcun cessate il fuoco, nessun cessate il fuoco generale, a Gaza senza il rilascio dei nostri ostaggi», ha detto in un’intervista ad Abc News. «Per quanto riguarda le piccole pause – un’ora qui, un’ora là – le abbiamo già avute», ha aggiunto Netanyahu. «Suppongo che controlleremo le circostanze, in modo da consentire ai beni, ai beni umanitari, di entrare, o ai nostri ostaggi, singoli ostaggi, di andarsene», ha detto il premier israeliano parlando delle piccole pause tattiche.
Lo staff del dipartimento di Stato Usa ha criticato duramente la gestione della guerra tra Israele e Hamas da parte dell’amministrazione Biden in una nota di dissenso ottenuta da Politico, sostenendo che, tra le altre cose, gli Stati Uniti dovrebbero essere disposti a criticare pubblicamente gli israeliani. Il messaggio, scrive Politico, suggerisce una crescente perdita di fiducia tra i diplomatici statunitensi nell’approccio del presidente Joe Biden alla crisi in Medio Oriente e riflette i sentimenti di molti di loro, soprattutto di livello medio e inferiore. Se tali dissensi interni si intensificassero, potrebbero rendere più difficile per la Casa Bianca elaborare una politica per la regione. Il promemoria contiene due richieste chiave: che gli Stati Uniti sostengano un cessate il fuoco e che bilancino i loro messaggi privati e pubblici nei confronti di Israele, compresa la diffusione di critiche alle tattiche militari israeliane e al trattamento dei palestinesi che gli Stati Uniti generalmente preferiscono mantenere privati.
Cina e Francia all’Onu: serve cessate il fuoco
«Serve un cessate il fuoco umanitario urgente a Gaza. Il Consiglio di Sicurezza deve agire». Lo ha detto l’ambasciatore cinese all’Onu, Zhang Jun, presidente di turno del Cds, al termine delle consultazioni a porte chiuse insieme all’ ambasciatrice degli Emirati Lana Zaki Nusseibeh. I due Paesi hanno chiesto l’incontro «per esprimere grave preoccupazione per i continui attacchi di Israele su campi profughi, scuole, ospedali, strutture Onu e altre strutture civili a Gaza». «Le discussioni continuano sulla bozza di risoluzione e continuiamo a cercare di ridurre le differenze tra i membri del Consiglio», ha precisato Nusseibeh.
«Vista la gravità della situazione umanitaria chiediamo un’immediata tregua umanitaria che deve portare ad un cessate il fuoco, all’accesso degli aiuti». Lo ha detto l’ambasciatore francese all’Onu Nicolas de Riviere dopo due ore di consultazioni a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza. «Vista l’urgenza, la Francia organizza una conferenza umanitaria per la gente di Gaza il 9 novembre», ha aggiunto: « Israele ha il diritto di difendersi rispettando le leggi umanitarie. Dobbiamo proteggere i civili e per questo serve una tregua umanitaria, pause umanitarie come volete chiamarle e deve succedere ora».
Tra tunnel, compound, postazioni di lancio, missili anticarro e centri di comando, l’avanzata dell’esercito israeliano dentro Gaza City sembra inesorabile. O almeno questo è il piano. E il capo di Stato maggiore Herzi Halevi lo ha raccontato molto bene, ieri, allo Squadrone 140 delle forze aeree, conosciuto anche come “Squadrone Adir” per via degli speciali F-35 modificati, schierati nella base aerea di Nevatim, a sud di Israele. «Siamo in guerra da un mese, stiamo danneggiando gravemente la leadership di Hamas, colpendone i comandanti, distruggendone le infrastrutture a Gaza». Il coordinamento fra le operazioni di terra, d’aria e di mare dell’Idf si è gradualmente affinato. Chiara è la necessità di dimostrare a sé stessi, al proprio popolo e al mondo intero, che gli errori e la lentezza nella risposta di un mese fa è acqua passata. Il prossimo obiettivo, ora che le forze militari hanno diviso in due la Striscia e circondato Gaza city, è quello di assediare l’ospedale di al-Shifa dove, secondo l’intelligence di Tel Aviv, si sono asserragliati i terroristi di Hamas. E le foto satellitari portano altre prove: eccolo, visto dall’alto, quello che sembra l’ingresso di un tunnel, da cui, guarda caso, fuoriescono lunghi cavi elettrici. Su quello che da giorni è stato preannunciato come l’assalto finale i vertici militari hanno rallentato i loro ritmi.