Il nuovo romanzo di Francesco Sagone “La felicità è una porta che si apre dall’interno”. Il ricordo di un’Italia che non c’è più nelle vicende di Rinaldo

Ognuno è artefice del proprio destino, al netto della caducità delle umane vicende. Se da un lato, la vita, spesso, dimostra delle predestinazioni, dall’altro, tanto può essere influenzata dalla volontà, dalla determinazione, dai principi e dai comportamenti del singolo. Per tale motivo, “La felicità è una porta che si apre dall’interno“, come suggerisce il titolo dell’opera di Francesco Sagone, alias Nero Normanno, pubblicata nella collana “Gli Emersi – Narrativa” dell’Aletti editore. «Come facciamo, in altri termini, a “non aprire dall’interno”, spesso dal nostro stesso cuore, quelle “porte” che si tramutano, quando dischiuse, in felicità?».

Nel libro – il quinto di una serie – compare un personaggio femminile che combatte questa innaturale battaglia, imprigionata com’è in un involucro di vita che non le ha mai concesso prima, e che le impedisce anche quando la felicità finalmente si palesa, anzi bussa, di aprire quella porta. Queste opere sono dei romanzi che attraversano il ‘900 dagli anni ’60 in poi, e le vicende, tutte desunte da storie vere, mostrano risvolti spesso inverosimili, come solo la realtà – quando diviene davvero romanzesca – sa concepire. «Quel mondo non esiste quasi più e mi era parsa una buona idea lasciare una testimonianza scritta di vita vissuta». “La felicità è una porta che si apre dall’interno” racconta le vicende personali e le sfide professionali, vissute nel cuore degli anni ’80, di un ancor giovane ingegnere, che si intrecciano con gli avvenimenti pubblici di un’Italia minacciata dal terrorismo e di una Sicilia martoriata dai delitti di mafia.

In pochi anni il protagonista si trova proiettato in una scalata di successo nella gerarchia della multinazionale in cui opera, la prima al mondo. Non mancano gli episodi curiosi, i singolari rituali della multinazionale. Accanto alle vicende del personaggio principale , dunque, vengono ricordati i principali fatti di cronaca di quegli anni, che si differenzia dalla trama con l’uso di caratteri più piccoli o con rimandi a capo diversi. Il romanzo, così come i precedenti e quelli che concluderanno la saga, è una fotografia scritta di fatti realmente accaduti, vissuti in nome dei propri principi e valori, seppure con i tentennamenti e le debolezze delle passioni umane.

Francesco Ferrara

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