Con i suoi libri “ambulanti” consegnati a domicilio sta facendo sognare intere generazioni di bambini della Basilicata, proprio come le favole dei fratelli Grimm. Se fosse istituito l’oscar per la promozione alla lettura, non ci sarebbe alcun dubbio: il più ambìto dei riconoscimenti andrebbe di diritto al maestro Antonio La Cava, di Ferrandina, in provincia di Matera, la città capitale della cultura europea 2019. Anzi, questo maestro attempato, sempre sorridente, capelli brizzolati, ormai alla soglia degli ottant’anni, è già stato insignito dell’onoreficenza di commendatore al merito della Repubblica italiana dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E’ stato infatti inserito tra i 33 casi d’impegno civile, dedizione al bene comune e testimonianza dei valori repubblicani in campi diversi: solidarietà, tutela dei minori, legalità, inclusione sociale, soccorso, cooperazione internazionale.
E già, perché un libro tra le mani di un bambino è come un germoglio: è destinato a produrre nuovi piccoli lettori. Migliaia di piccoli lettori. Ed è l’obiettivo che da oltre 20 anni sta perseguendo il maestro (ormai in pensione) Antonio La Cava, che come un instancabile rullo compressore <inforca> il suo bibliomotocarro (come lui stesso ama chiamarlo), e fa il giro della Basilicata, puntando soprattutto sui paesi più piccoli e lontani, i paesi più difficile da raggiungere in questa terra impervia e meravigliosa. “Questa idea è nata prima che andassi in pensione – precisa il maestro La Cava -. Perché negare ai bambini il diritto alla lettura? Per questo ho deciso di girare per i paesi della Basilicata più difficili da raggiungere, quelli più piccoli e lontani, dove ci sono bambini che non hanno mai avuto un libro tra le mani. Anche perché vivono in paesini dove non c’è una biblioteca. Insomma, voglio fare della lettura una delle più alte espressioni democratiche per il popolo”.
Così, in un tiepido ottobre del lontano 1998, ha iniziato questa appassionante ma impegnativa avventura, girando, tre volte alla settimana, col suo ape imbottito di libri (un migliaio) che spaziano dai libri di favole a quelli di avventura, fino a libri più impegnati. “Tutti devono avere un libro – si infervora il maestro La Cava – fanciulli da 0 a 14 anni, ma non solo ragazzi. Infatti ho notato, durante i miei abituali giri della Basilicata, che un numero sempre crescente di adulti trovano nel mio bibliomotocarro un punto di riferimento, un appuntamento ormai abituale”.
Un impegno costante per il maestro La Cava. “L’idea è nata a scuola – spiega – prima che andassi in pensione. Avevo un Ape che ho fatto revisionare trasformandolo in una biblioteca ambulante. Un ape che non mi ha mai tradito, anche perché sono molto attento alla manutenzione. Fino ad ora ho percorso oltre centomila chilometri, spingendomi spesso anche oltre i confini regionali, visto che col mio ape sono arrivato anche in paesi della Calabria, della Campania, della Puglia. Una biblioteca che arriva dove arrivano in pochi, dove è più difficile recuperare storie e favole: nei borghi e nei piccoli paesi della Basilicata”.
I libri che il maestro La Cava consegna ai bambini oltre che costituire un’occasione di arricchimento culturale ed interiore, sono anche occasione di incontro, dialogo, scambio di vedute e servono a combattere il senso di solitudine – uno dei segni distintivi della Basilicata – , accentuato dall’isolamento in cui vivono bambini che si trovano in paesi che spesso non arrivano neppure a mille abitanti. Armento, Calvera, Carbone, San Monero sono piccole realtà territoriali isolate e anche difficile da raggiungere. Ecco perché questo progetto che il maestro La Cava porta avanti con spirito di abnegazione e filantropia da oltre vent’anni, assume il sapore di una vera e propria missione. “Per questa ragione quando io vado a consegnare i libri in queste piccole realtà lucane – dice il maestro – si crea un feeling tra me e i bambini. Mi abbracciano. Mi incitano a tornare”.
Peraltro il maestro La Cava riesce a <catturare> con i suoi libri anche l’interesse dei bambini stranieri, che vivono ormai da anni in Basilicata. “Alla mia biblioteca viaggiante aggiungo anche libri in doppia lingua come arabo, bulgaro, rumeno, albanese e spesso riesco a portare i libri che loro richiedono – spiega -. Tutti bambini desiderosi di raccontare il loro mondo, le loro esperienze, le difficoltà che incontrano sulla strada dell’integrazione. E tutto questo grazie alla realtà meravigliosa della lettura dei libri. Spesso ho notato un velo di tristezza nei loro occhi…”.
Funziona così. Dopo il suo arrivo, spesso preannunciato, i bambini circondano il biblimotocarro del maestro La Cava e inizia la consegna dei libri (<sulla fiducia> dice). Poi, molti libri vengono ritirati nella visita successiva. Ma il maestro La Cava va a promuovere la lettura dei libri anche nelle scuole. Il coinvolgimento è totale e va ben oltre la <semplice> consegna e lettura dei libri: si crea un vero e proprio rapporto di amicizia e fiducia coi bambini, al punto che, da un po’ di tempo, il maestro La Cava ha introdotto anche la novità dei <libri bianchi>. Cosa sono? “E’ una raccolta di scritti fatta da bambini diversi: un bambino inizia a scrivere le sue esperienze, l’altro bambino, di un altro paese, continua il racconto. Così si crea una vera e propria catena. Fu una bambina di seconda media, Adalina, a dire con voce sottilissima: maestro e se i libri li scrivessimo noi?”. Non solo. Le storie si intrecciano. Partendo da storie che hanno scritto loro nascono sceneggiature e cortometraggi. Cortometraggi che poi vengono proiettati nel bibliomotocarro. Per questo oltre che una biblioteca, l’ape col tempo è diventato anche un cinema viaggiante. Del resto un paese senza biblioteca è un paese senza futuro. Poi ci lamentiamo dello spopolamento…”.
Ed ora si è creato un circuito virtuoso in grado di regalare gioia e speranza in bambini che vivono avulsi dai grandi contesti metropolitani. Bambini che hanno avuto solo il torto (ammesso che di questo si possa parlare) di nascere o essere approdati (quegli stranieri) in paesi lontani anni luce dal <rumore> del progresso spesso destabilizzante delle grandi città. “Dopo tanti anni di consegna dei libri sono diventato parte del motocarro – ammette il maestro generoso – è il mio completamento”.