In un momento come questo non fanno altro che emergere con prepotenza tutte le lacune latenti dell’unione europea, di cui eravamo parzialmente consapevoli.
L’ elemento venuto a galla in questo periodo è la mancanza di coesione della nostra associazione di nazioni, l’Unione Europea, che attualmente non dimostra di aver dato segni dell’unitarietà che la dovrebbe contraddistinguere.
Nessuna riunione, nessun consiglio si è tenuto per dibattere (o ahimè prevenire) una questione di tale urgenza che viene anzi relegata al terzo punto dell’agenda del prossimo Eurogruppo del 16 marzo, dietro il MES ed il “back-stop” per il salvataggio delle grandi banche.
In questo vuoto, si evidenzia tristemente la situazione in cui si dibatte la nazione italiana, aggredita violentemente dalla diffusione del Coronavirus e messa in gravissime difficoltà sanitarie e contemporaneamente economiche. È solo di qualche ora fa la notizia che il Governo italiano ha stanziato cifre superiori a 20 miliardi di euro per far fronte all’emergenza.
In realtà, in una situazione di tale crisi, e’ inevitabile chiedersi quale dovrebbe essere il ruolo dei nostri fratelli europei.
Emerge in tutta la sua drammaticità la fragilità di un sistema in bilico in cui, comunque, ad avere la meglio è sempre l’individualismo. Nessun progetto, sostegno economico o sovvenzione per avviare adeguati progetti di ricerca provenienti da Bruxelles; soltanto raccolte fondi per rafforzare la struttura ospedaliera provenenti da influencer o artisti italiani! Mentre in Cina hanno costruito ospedali in 10 giorni e hanno collaborato per fronteggiare questa emergenza sanitaria, in Europa ci muoviamo a passi differenti, come inconsapevoli di dover percorrere la stessa strada.
I risultati del buon operato cinese non stentano ad arrivare, se pensiamo che oggi è stato dimesso dall’ospedale di Wuhan l’ultimo paziente positivo al virus.
E la situazione si è ribaltata a tal punto che adesso sono i cinesi a inviarci ventilatori polmonari, medici, mascherine, mascherine che fino al 26 febbraio abbiamo inviato noi (incredibile ma vero) in territorio cinese. Ad oggi la situazione è questa, dobbiamo accettarla: ma gli italiani, già spesso vituperati nel mondo, ora immeritatamente dipinti come gli “untori” di Manzoniana memoria, non perderanno questa terribile guerra contro un nemico invisibile.
Cinzia Testa