Continuano le proteste in Israele contro la riforma della giustizia che sta dividendo in due il Paese, con i voli bloccati a Tel-Aviv, scioperi che aumentano sempre di più. Ma anche ambasciate chiuse in tutto il mondo e le manifestazioni che riempiono le piazze, sia a favore che contro la nuova legge. E gli Stati Uniti esprimono pubblicamente forte preoccupazione. Ma andiamo con ordine.
La Riforma
La riforma giudiziaria è portata avanti dall’esecutivo di Benyamin Netanyahu, soprattutto dal Ministro della Giustizia Yariv Levin e il Presidente della Commissione costituzionale della Knesset Simchà Rothman. Tale legge andrebbe a diminuire i poteri della Corte Suprema., accentrandoli nelle mani dell’Esecutivo del governo. La riforma è stata presentata dal governo mentre Netanyahu è sotto processo a Gerusalemme per corruzione, frode e abuso di potere. Alcuni hanno già gridato al conflitto di interessi. Inoltre il Ministro della Difesa Yoav Gallant, dopo essersi schierato contro la riforma, è stato sollevato dal proprio incarico con una semplice nota, creando ancor più tensione nel Paese.
Israele bloccato: scioperi, tensioni con la polizia e ambasciate chiuse nel mondo
In questi giorni migliaia di persone sono scese nelle piazze, bloccando Tel Aviv e Gerusalemme, dove la protesta ha raggiunto la residenza del premier, arrivando a momenti di forte tensione con le forze di polizia. Ma non solo. Gli studenti delle scuole medie, superiori e università del Paese hanno indetto scioperi insieme al leader del sindacato dei dipendenti degli aeroporti israeliani. Infatti Pinchas Idan ha annunciato la sospensione e blocco di tutti i decolli dall’aeroporto Ben Gurion di Tel-Aviv.
Il sindacato nazionale Histadrut ha dato indicazione a tutti i dipendenti del governo di scioperare. Un portavoce dell’ambasciata israeliana negli Stati Uniti conferma che la sede è stata chiusa fino a nuovo avviso. E anche l’ambasciata israeliana a Roma annuncia su Twitter che da oggi è chiusa e non saranno forniti i servizi consolari.
Infine, duri scontri tra manifestanti antigovernativi e poliziotti nella città di Bnei Brak, con le autorità intente a disperdere la folla. Anche gli ospedali hanno indetto uno sciopero improvvisato insieme a numerosi centri commerciali.