La classe del Mistero”, dagli alunni della classe terza sezione B della scuola Media “G. Reina”.

È stato presentato, alla scuola media “G. Reina” di Chiusa Sclafani, diretta dalla dirigente scolastico professoressa Francesca Cusumano, il volume del professore Giancarlo Martorana, edito per i tipi della casa editrice Lampi di Stampa di Vignate Milano, che raccoglie i racconti realizzati, all’interno del Laboratorio curriculare “La classe del Mistero”, dagli alunni della classe terza sezione B della scuola Media “G. Reina”.

Si tratta di un pregevole lavoro didattico-pedagogico cui sono stati impegnati i 16 alunni della classe guidati dall’esperienza e dalla professionalità del docente di materie letterarie prof. Giancarlo Martorana, non nuovo alle iniziative del genere, avendo, nel precedente anno scolastico, dato alle stampe, stavolta con gli alunni della classe 1° della scuola media di Giuliana, il volume “Fiabe di primA”.

«Il volume – scrive il curatore Giancarlo Martorana – contiene racconti organizzati in tre sezioni: Tra realtà e  immaginario; Il tema del doppio;  La metamorfosi. A ciascun racconto è stato assegnato il limite minino di una pagina e i temi trattati sono stati ambientati in un contesto fatto di luoghi e personaggi reali e vicini al vissuto degli alunni (Chiusa Sclafani, la scuola, la casa, i genitori, gli amici…)».

Autori dei numerosi racconti raccolti in queste splendide 150 pagine, sono stati Salvo Costa, Giuseppe Crapa, Antonino Gatto, Martina Gendusa, Agnese Giaccone, Maria Concetta Latino, Vanessa Livrano, Enzo Maniscalco, Mario Marchese, Daniele Napoli, Simona Passalacqua, Aurora Pizzo, Maria Concetta Pizzolato, Antonio Purrazzello, Chiara Riggio e Desiree Spitaleri che hanno avuto il merito di avere scritto una pagina importante della letteratura per i ragazzi.

Relatori all’evento i professori Vincenzo Bussa e Antonio Fundarò.

Brillante l’introduzione del dirigente scolastico Francesca Cusumano che ha sottolineato come l’eccezionalità della pubblicazione dà atto alle brillante scelte metodologiche operate da un docente, il prof. Giancarlo Martorana, le cui qualità sono indiscusse e acclarate.

«La didattica laboratoriale – ha sottolineato il dirigente scolastico –  è una strategia di insegnamento e di apprendimento nella quale lo studente si appropria della conoscenza nel contesto del suo utilizzo. Questo in contrasto con la didattica convenzionale in cui la conoscenza viene proposta agli studenti in isolamento da ogni suo utilizzo e per le sue caratteristiche generali. Essa tende a superare due tra le cause principali di un apprendimento superficiale, riproduttivo e che genera un transfer limitato delle conoscenze all’interno e all’esterno della scuola».

Interessante l’intervento del professore Vincenzo Bussa, pedagogista e teologo, che ha sottolineato come «dai racconti si evince come i personaggi rivestano uno specifico ruolo e come l’intreccio delle scene trascenda l’ineseguibile e l’inottenibile per accompagnare il lettore in quell’universo primordiale che è il subconscio individuale e collettivo. Il valore educativo dei “racconti misteriosi”, proposti in questo libro, è da ascrivere alla resilienza che fin da bambini alimentiamo al fine di seguire traiettorie evolutive e orientamenti che migliorano la qualità della vita. Saper argomentare attraverso un racconto creativo non è solo espressione di fantasia che di certo non manca agli studenti, protagonisti di queste pagine, ma attitudine di pensiero speculare e divergente. Il fantastico ed il surreale delle pagine proposte coinvolgono il lettore al punto da ingabbiarlo in una “trappola narrativa” immergendolo in una doverosa riflessione metacognitiva che consenta il superamento di ogni possibile disagio psicologico – emotivo proprio del mondo immaginario proposto dalla “Classe del mistero”».

«Tutti i misteri descritti in questo volume – conclude il relatore Antonio Fundarò – sono accomunati da un unico fil rouge potremmo dire, e questo fìl rouge è il senso del meraviglioso. Troppo spesso le vite dei nostri ragazzi sono ingiustamente private dai mass media, da internet, e dalla nostra società in genere di quel senso dello stupore che dovrebbe accompagnare l’infanzia e l’adolescenza nello scoprire la vita. Perché allora non proporre ai nostri ragazzi un’incantata contemplazione dei misteri della loro vita? In fondo, a voler parafrasare Calvino, siamo tutti immersi in una città invisibile e la nostra città, il luogo fisico o psichico dove viviamo più di ogni altro luogo può essere una scoperta affascinante». I e continua Fundarò «per una vera pedagogia dell’esistere, non andrebbe dimenticato che lo scopo essenziale di ogni esistenza dovrebbe essere la scoperta del senso delle cose del mondo di noi stessi trasmesso innanzitutto ai nostri figli. Se la pedagogia si configura come «la scienza generale della formazione e dell’educazione dell’uomo» il mistero riguarda il sapere pedagogico perché il mysterium sostanzia la pienezza della formazione umana. Il mysterium hominis riguarda la raggiera di interrogativi ed in primis al mistero creato che gli pertiene, ma a cui non perviene. Il mistero concerne l’integralità dell’essere umano in quanto significante di una dimensione intrinseca».

E, infine, conclude Antonio Fundarò (uno dei 50 docenti più bravi d’Italia, rivolgendosi ai ragazzi, dice «cari ragazzi, tutto quello che non entra nel nostro cuore non lo vediamo, infatti quando diciamo di aver “scordato” qualcosa o qualcuno è perché quel­la cosa o persona ci è uscita dal cuore (ex-corde). Troppo spesso ci scordiamo delle cose importanti: dei nostri sogni, delle nostre storie, delle nostre avventura. Tutto ciò che scordiamo, che esce dal nostro cuore, non possiamo amarlo. Il libro che state per leggere vi aiuterà a “ri-cordare”, cioè a rimettere di nuovo nel cuore e quindi ad amare. Questo libro vi ricorderà luoghi. E siccome tutte le cose contengono storie e le storie danno vita alle cose raccogliere storie vuol dire impastare la pasta viva delle cose. I ragazzi in questi racconti mescolano storia, leggenda, mistero, avventura… Solo chi ri-corda ama. Lasciatevi prendere e sorprendere da questi ricordi e forse un po’ d’amore in più per la nostra storia personale vi conquisterà. Sappiate però che que­sto – come dice il titolo del libro -richiede coraggio e ancora una volta questa parola ha dentro il cuore: ha coraggio solo chi ha cuore. Io sono sicuro che voi, come il professore Martorana, il cuore lo avete». Al termine delle due relazioni il curatore del volume, il prof. Giancarlo Martorana, ha voluto dedicare a alcune riflessioni a Lea “esempio di vita e amica per sempre” a cui ha dedicato l’opera letteraria. Presenti, tra il pubblico, visibilmente commossi, il padre e la madre di questa figura cardine della vita del giovane professore di Giuliana.

«Il percorso prescelto – ha sottolineato il curatore del volume Giancarlo Martorana – ha promosso lo sviluppo di una corretta competenza di scrittura negli alunni. Il laboratorio è scaturito dalla considerazione che la scrittura non è una capacità innata dei singoli e perciò non è legata alle abilità linguistiche di ciascuno ma è un processo che può essere insegnato attraverso attività didattiche che non mirino solo ed esclusivamente a migliorare il prodotto, ma a far acquisire una competenza consapevole che si basi su una riflessione metacognitiva sulle fasi che la caratterizzano in vista di una sua piena e consolidata acquisizione».

Così la scuola diventa e può classificarsi di qualità. Congratulazioni al prof. Giancarlo Martorana.

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