Il terrore di una esclation nucleare fa da sottofondo alle news che arrivano dall’Ucraina, dove l’esercito di Kiev avanza verso Kershon conquistando nel Donbass la postazione strategia di Lyman. Intanto il sommergibile a propulsione nucleare russo K-329 Belgorod si muove nei mari artici e c’è il sospetto che la sua missione sia testare nel mar Artico il missile-siluro Poseidon, capace di portare testate nucleari a diecimila km di distanza. Per capirci: un solo lancio potrebbe distruggere una città della grandezza di New York. Dalla Nato nessun commento sulla fuga di notizie relativa a questa informativa. Ovviamente l’Alleanza atlantica è in allerta e monitora ogni possibile lancio di siluri dal sommergibile. Lungo 184 metri e largo 15, il Belgorod può navigare in immersione a circa sessanta chilometri orari e con un’autonomia virtualmente illimitata. Può rimanere 120 giorni senza tornare in superficie.
Il Poseidon, chiamato in codice “Status-6”, è un un siluro lungo 24 metri capace di portare una testata atomica probabilmente da due megaton. Il missile-siluro è stato concepito per esplodere nella vicinanza della costa provocando uno ‘tsunami radioattivo’.
“Nucleare? Distruggeremmo truppe russe in Ucraina”
Gli Usa tacciono ma parlano le seconde linee, come l’ex capo della Cia. “Solo per darvi un’ipotesi, risponderemmo guidando uno sforzo della Nato – un sforzo collettivo – che eliminerebbe ogni forza convenzionale russa che possiamo vedere e identificare sul campo di battaglia in Ucraina e anche in Crimea e ogni nave nel Mar Nero”: lo ha detto l’ex generale David Petraeus, già capo della Cia, in una intervista ad Abc rispondendo ad una domanda su cosa accadrebbe se Putin usasse l’arma nucleare. Secondo Petraeus, “deve esserci una risposta”, ma non necessariamente “nucleare contro nucleare”, per evitare appunto una “escalation nucleare”. (fonte Ansa, Repubblica)