LA LETTERA/Debora Moretti (Fondazione Libellula): la cultura è il terreno dove nasce la violenza ma può anche prevenirla

Caro Direttore, come si chiama quella paura che ti prende quando apri i giornali e temi di leggere una notizia che le statistiche dicono troverai ogni tre giorni? Quando sai già come finirà quel titolo che comincia con “Donna uccisa da…”. “… dall’ex”. Oppure: “Dall’amico di cui aveva rifiutato le avances” (che quindi non sono “avances”, sono “molestie”).

Ma anche “dal gigante buono” o “dal lupo”, quando non abbiamo il coraggio di chiamarli per quello che sono veramente: uomini. Solo uomini, cresciuti in una cultura discriminante che li ha portati a concepire le donne come oggetti di loro proprietà, di cui disfarsi quando non eseguono i comandi.

Ora, immaginiamo che questa cultura, oltre a essere discriminante, trovi anche ogni volta variopinti modi per minimizzare una violenza, qual è il risultato? Quello che vediamo sotto i nostri occhi ogni giorno. Un pm di Brescia ha trovato la giustificazione per la violenza persino nelle origini culturali di un uomo originario del Bangladesh. Come se nella nostra, di cultura, ci fosse della vera parità.

La cultura è il terreno su cui nasce la violenza, è vero. Ed è vero che può essere strumento di prevenzione della violenza. Di sicuro, però, non può essere un alibi. Lo pensa anche il Consiglio Superiore della Magistratura, che ha aperto una pratica “per la gravità delle asserzioni del pm che parrebbe giustificare, se non autorizzare, la violenza domestica”. Asserzioni che, nel frattempo, sono apparse sui giornali, si sono insinuate nelle nostre conversazioni, hanno attecchito da qualche parte nella nostra testa.

Come se avessimo bisogno di altri modi per deresponsabilizzare la collettività su un fenomeno che riguarda tutte le donne, anche quelle che non subiscono violenza, e tutti gli uomini, anche quelli che non la esercitano. E allora lancio un invito a chi, come lei, ha in mano uno strumento importante come la diffusione delle informazioni: accompagnare ogni notizia di femminicidio al racconto di una donna uscita dal ciclo della violenza, dare spazio non solo alla cronaca, ma anche ai progetti di prevenzione e contrasto al fenomeno, per mostrare che ci sono soluzioni concrete. Coinvolgiamo ogni persona ricordando che può fare qualcosa sul posto di lavoro, nella cerchia di amicizie e in casa per una vera equità di genere.

 

Debora Moretti

Presidente Fondazione Libellula

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