La Russia prende in giro Di Maio: per Lavrov non è un politico serio

“I politici seri che vogliono ottenere risultati non possono proporre questo genere di cose”.
Così il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha commentato con sarcasmo le proposte di pace italiane, mai ricevute da Mosca in via formale, aggiungendo che da “quanto appare sui media, provoca un sentimento di rammarico”.

La polemica, riferita in particolare alle ipotesi di Donbass e Crimea sotto sovranità ucraina con uno status autonomo, si inserisce in un quadro generale di evidente impreparazione del ministro degli esteri Di Maio di fronte al difficile contesto di guerra, che richiede al contrario grandi capacità diplomatiche, di programmazione, oltre che credibilità internazionale ed autorevolezza.

Caratteristiche di cui il nostro ministro degli Esteri sembra sprovvisto, almeno a giudicare alla luce della poca stima che il grillino riscuote a Mosca.

E non da oggi.

Il rapporto conflittuale con il Cremlino iniziò con la sua visita nella capitale russa del febbraio scorso, in cui era stato schernito e accusato di essere più impegnato in un viaggio di piacere che in missione diplomatica: certamente non giovò, definire nei giorni immediatamente successivi Putin “meno che un animale”.

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