La visione del professor Melis: viaggia sui binari il nuovo turismo della Sardegna

Ci sono molti modi per viaggiare senza devastare l’ambiente. “I binari delle ferrovie turistiche, ad esempio, hanno una enorme potenzialità soprattutto per la Sardegna”, spiega il professor Giuseppe Melis dell’Università di Cagliari. Titolare della cattedra di marketing turistico e non solo nel dipartimento di Scienze economiche ed aziendali, l’economista sardo è anche console del Touring club italiano. L’organizzazione ambientalista che in alleanza con altre (Italia Nostra, Lipu, Slow Food, Federparchi), sotto il nome di ALTURS, promuove la cultura del turismo responsabile e sostenibile in Sardegna.

Professor Melis, c’è qualcosa di nuovo sui binari? In Piemonte la Rai ha presentato un quadriciclo a pedali con i turisti sopra. Sembra una grande prospettiva per il turismo ferroviario del futuro.

In altri Paesi, come la Francia ad esempio, quel quadriciclo, chiamato velorail, non è una prospettiva futura ma una realtà maturata e consolidata negli ultimi trenta anni. Ma facciamo un passo indietro.

Facciamolo

Parliamo prima del turismo ferroviario in Sardegna, dove abbiamo quattro linee ferroviarie (Mandas-Arbatax, Isili-Sorgono, Macomer-Bosa e Sassari-Palau Marina), riconosciute turistiche dalla legge 128 del 2017, poste in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico. Parliamo di 438 km di binari a scartamento ridotto che rappresentano un unicum nazionale ed europeo, sui quali si può costruire una proposta turistica che copra 365 giorni all’anno.

E non solo sulle coste… Come nasce questa visione?

Con la legge 128/2017 che distingue le ferrovie turistiche da quelle di trasporto pubblico. Questa legge delega la definizione delle strategie alle Istituzioni del Turismo, della Cultura e dell’Ambiente; prevede l’affidamento dei servizi di trasporto turistico e commerciali connessi ai territori; prevede la possibilità che a condurre i treni storici possano essere musei ferroviari e associazioni; affianca ai servizi di trasporto su treno anche l’esperenzialità dei ferrocicli, quadricicli mossi dalla propulsione muscolare degli stessi turisti.

Siamo davanti a una forma di viaggiare sostenibile perché non è un trasporto pubblico locale, dove conta la rete e quanto sia veloce il viaggio. Qui la funzione diversa, turistica, di godimento del territorio. Appunto, è un concetto diverso di viaggio.

Quindi come si potrà andare sulle rotaie?

C’è una doppia modalità prevista dalla legge 128/2017: quella “contemplativa” effettuata preferibilmente con treni storici, come il trenino verde. E poi c’è quella attiva conosciuta da tutti, come turismo contemplativo e, l’altra forma è più interessante: è quella “attiva” effettuata con i ferrocicli.

Per quanti mesi sono utilizzabili i ferrocicli?

Mah, con il clima sardo si può viaggiare tranquillamente per tutto l’anno, sia per il mercato interno che per il mercato turistico allargato.

I binari saranno accessibili ed usabili da chiunque si procura o costruisce un ferrociclo?

No, certamente no, per ragioni di sicurezza prima di tutto. Saranno autorizzati soltanto ferrocicli costruiti secondo le norme UNI previste dalla legge, si applicheranno le regole di affidamento dei servizi di trasporto turistico su linee e/o tratte, con connessi servizi commerciali, previste dalla legge. E poi si dovranno applicare le linee guida di gestione delle ferrovie storiche emesse da UNI. E qui entra in ballo la Regione Sardegna, che deve adottare ufficialmente la legge italiana 128/2017 o, magari, regionalizzarla, data le sue particolarità tecniche e ambientali, con lo scopo di valorizzare al massimo lo sviluppo socio-economico dei territori.

Ma treno e ferrocicli possono viaggiare assieme sui binari?

In via di principio non contemporaneamente sullo stesso percorso. Ma si possono trovare modalità di utilizzare appieno il tempo binario, con utilizzi regolati e con software di monitoraggio e comunicazione del tipo di quelli adottati nella gestione delle flotte auto.

Sono già iniziate le sperimentazioni dei ferrocicli?

Attualmente, nonostante le richieste inoltrate secondo legge dai territori, tutte e quattro le linee sono ancora sotto la gestione esclusiva di ARST. Sono però stati fatti diversi test tecnici, dai risultati entusiasmanti, sulle tratte Tresnuraghes-Bosa, Osilo-Sassari, Aggius-Perfugas, Tempio-Sant’Antonio di Gallura. In realtà in Sardegna il progetto è tutto da sviluppare.

Quanto vale un mercato del genere per la Sardegna?

Presso il nostro Istituto è in corso una tesi di laurea che si pone proprio questo obiettivo e considera, con tutte le prudenze del caso, quanto è avvenuto in Francia che oggi muove circa 2,5 milioni di turisti tra treni d’epoca e ferrocicli. Il modello di questa ricerca verrà presentato in un incontro pubblico che si terrà il 14 aprile in Isili.

Ma prima di farsi prendere dall’entusiasmo che i numeri potrebbero generare, bisognerà fare propria l’esperienza negativa delle spiagge assaltate e poi contingentate, e considerare la costruzione di pacchetti d’offerta commerciale secondo modelli economici che integrino il turismo contemplativo, su treni d’epoca, e quello esperienziale, su ferrociclo, con il godimento dei paesaggi e dei percorsi. Ma anche con la conoscenza dell’archeologia, della fauna, della flora e dell’enogastronomia, insite nei  territori dell’interno Sardegna.

Claudio Cugusi

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