«Abbiamo ripreso il trasporto del gas russo attraverso il territorio dell’Austria».
A dirlo è la Gazprom in una nota che fa tirare un sospiro di sollievo agli italiani. E non solo a quelli più freddolosi. Eppure, solo pochi giorni fa, sempre la Gazprom aveva annunciato il taglio delle forniture verso il nostro Paese. «Non possiamo confermare la consegna dei volumi di gas richiesti per oggi a causa della dichiarata impossibilità di trasportare il gas attraverso l’Austria». Oggi l’Eni, invece, riferisce un’altra notizia. «Hanno ripreso i flussi di gas approvvigionati da Gazprom». La ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache. Al centro del blocco introdotto in precedenza c’era un deposito cauzionale che i russi non avrebbero pagato alla società di dispacciamento austriaca impedendo il passaggio del gas attraverso il Tag (Trans Austria Gas Pipeline). Le regole in vigore in Austria da fine settembre prevedono che il gas trasportato fino al confine con il Paese sia consegnato all’operatore locale a fronte di una garanzia fisica a supporto di tale transito. A prospettare la possibile soluzione era stato nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
Il gas dalla Russia torna quindi a fluire attraverso lo snodo di Tarvisio, punto di ingresso del metano in arrivo da Mosca via Ucraina. «Prima dello stop, dalla Russia arrivavano 20 milioni di metri cubi di gas al giorno, il 9-10% di tutte le forniture importate dall’Italia» ha ricordato ancora l’Eni.
Intanto, tra giovedì e venerdì è atteso un vertice tra i Paesi Ue per fissare un nuovo Piano prezzi per limitare i rincari e adottare soluzioni comunitarie di fronte all’emergenza. Ma la guerra tra i paesi atlantisti e la Russia non accenna a trovare pace. «Innanzitutto questa guerra non doveva cominciare e la possibilità di non farla cominciare c’era, ma è stata esclusa da UE e Nato. Adesso la Russia coi referendum si è assunta la responsabilità che le azioni dell’Ucraina e dei suoi alleati contro i territori acquisiti siano considerate azioni dirette contro la Russia. Di qui, lo scontro locale potrebbe diventare generale» ha dichiarato ai microfoni di Fuori dal Coro, il generale Mini, non dimenticando di contraddire un portavoce della Meloni secondo il quale non ci sarebbe spazio per le trattative. «Lo spazio per le trattative c’è sempre e la posizione di intransigenza dell’Europa non sta né in cielo né in terra».
Così come non sta né in cielo né in terra la narrazione secondo cui il sabotaggio della North stream 2 è di mano russa. Un’affermazione che assume i contorni dell’assurdità molto simile a quel marito che per punire la moglie decide di castrarsi. È ancora il generale Mini a ricordare che mentre l’Europa si prepara alla campagna di Russia con le scarpe di cartone, il segretario statunitense Blinken parla di grossa opportunità per gli imprenditori americani. Tre giorni fa, infatti a Washington, a margine di un incontro con Mélanie Joly, ministro degli affari esteri del Canada, Blinken rispondendo ad una domanda sulla crisi di approvvigionamento dovuta ai danni al NS1 e al NS2, ha dichiarato: «E’ una straordinaria opportunità per rimuovere una volta per tutte la dipendenza dall’energia russa e quindi togliere a Vladimir Putin l’armamento dell’energia come mezzo per far avanzare i suoi progetti imperiali».
Le straordinarie opportunità dell’America saporano sempre di insetti fritti, poco digeribili e anche poco proteici. «Questo è stato un atto di sabotaggio deliberato. Ora i russi stanno diffondendo disinformazione. Lavoreremo con i nostri alleati per capire cosa è successo, ma non ascoltate Putin. Sappiamo che quello che dice non è vero». Queste le dichiarazioni del presidente Biden. Ma se tutti i cretesi sono bugiardi, il cretese che sostiene questa affermazione o dice il vero, quindi sta mentendo, o sta mentendo quindi quello che dice è falso. «Abbiamo già alcuni materiali che indicano la pista occidentale nell’organizzazione e nell’attuazione dell’attacco terroristico ai gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 – ha dichiarato il capo dell’Svr, Sergey Naryshkin. – A mio parere, l’Occidente sta facendo di tutto per nascondere i veri responsabili e organizzatori di questo attacco terroristico» ha poi aggiunto.
Intanto, le tv del mainstream sostengono a gran voce che la Russia sta perdendo la guerra contro l’Ucraina. A sostegno di questa tesi vi sono le annessioni delle repubbliche referendarie. E il gioco dei paradossi continua. Secondo notizie dal fronte, ieri ci sarebbero stati attacchi a Kiev da parte di droni russi che hanno raggiunto gli obiettivi. La propaganda ucraina dice invece di averli intercettati, ma non ci sarebbero riscontri oggettivi. Secondo alcuni filmati si evince che sono state colpite le caserme della 72° Brigata motorizzata nella regione di Kiev, attraverso l’utilizzo – per la prima volta – di droni di fabbricazione iraniana. Non solo. Qualcuno parla di un’arma laser di fabbricazione russa, progettata, si suppone, per difendere postazioni mobili, la Paresvet, che sembra essere stata usata ieri a Belgorod. Arma in grado di lanciare dei pilatri di luce per accecare i satelliti del nemico. Altre fonti dichiarano che 200 mila riservisti richiamati al fronte hanno bucato la difesa alla capitale di Zelensky con dei droni kamikaze.
Insomma, la sconfitta della Russia è un po’ come il tampone positivo di un asintomatico. Proprio in queste ore Vladimir Putin ha firmato il decreto che ratifica l’annessione dei territori ucraini: la popolazione della Federazione russa cresce così di 8,8 milioni di persone. Putin ha ufficialmente nominato i leader delle nuove regioni: capo ad interim della Repubblica di Donetsk Denis Pushilin; capo ad interim della Repubblica di Luhansk Leonid Pasechnik; governatore ad interim della regione di Zaporizhzhia Evgeny Balitsky; governatore ad interim della regione di Kherson Vladimir Saldo.
«Non ci interessa il riconoscimento da parte dell’Occidente dei risultati del referendum, devono solo capire la nuova realtà» la chiusa di Lavrov non lascia prigionieri. E se Zelensky decreta l’impossibilità di condurre negoziati tra Ucraina e Russia fintanto che Putin è presidente, la Russia risponde: «Vorrà dire che negozieremo con il prossimo presidente ucraino».
E come se non bastasse subito dopo il colpo di stato in Burkina Faso da parte dei militari, nelle manifestazioni a sostegno del cambio di governo, sventolavano bandiere russe. Ancora. Gli Usa appoggiano Lula alle presidenziali brasiliane, sarà perché Bolsonaro critica le sanzioni contro la Russia? Già si parla di brogli e di scontri tra la popolazione che teme la vittoria del candidato amato dagli americani.
Il mondo sembra implodere inesorabile e neppure tanto lentamente, per una rinascita che dovrebbe rivedere e correggere la politica unipolare che finora abbiamo vissuto. Per molti paesi gli starnuti non sono più una minaccia, sono rientrati nella logica del naso chiuso.
Solo l’Italia pare non abbia nessuna voglia di svegliarsi dal sonno dogmatico del Covid. E tutto passa attraverso ordinanze che hanno la stessa funzione del Paresvet russo: abbagliare il senso critico e la capacità di comprensione dei fatti politici. «La pandemia non è finita, pronti ad usare mascherine, i casi aumentano» titola Repubblica. Per la serie: gli amanti del complotto non sono i complottisti, semmai quelli vivono di complotto. Intanto, Speranza, con l’ultimo colpo di coda ordina la proroga delle mascherine negli ambienti sanitari, mentre gli istituti scolastici registrano i nuovi casi covid. Non si parla di ondata, ma di impennata perché si è smesso di indossare maschere. I tamponi restano ancora l’unica prova non provata se il raffreddore è un covid 19 oppure ancora quello che si viveva fino al 2018. Nessuno però ha notato che ad ammalarsi sono anche e soprattutto i trivax? E che l’indossare la maschera non fa primavera?
Le anomalie non sono gli starnuti e i mal di gola, le anomalie sono il continuo perpetrare le politiche di contenimento di un’influenza che – stando ai fans dei sieri magici – oggi avrebbe dovuto essere debellata da un pezzo. Avviamoci dunque verso la quarta dose e lasciamo per strada le reazioni avverse, le morti improvvise e le scoperte scientifiche in merito agli effetti collaterali dei cosiddetti vaccini covid.
Un gruppo di ricercatori scientifici israeliani sul finire della sperimentazione aveva presentato un rapporto dettagliato al governo di Tel Aviv sui veri effetti collaterali dei sieri. Questo rapporto dimostrava come i danni dei vaccini fossero gravi e di lungo termine al contrario di quanto aveva dichiarato la Pfizer nel suo bugiardino. Per un anno intero il gruppo di ricercatori ha studiato i reali effetti della terapia a mRNA, ma la ricerca è stata interrotta dopo che è trapelato un video con il ricercatore capo che discuteva sulle conseguenze medico-legali da rendere pubbliche. «Israele ha trovato prove di effetti collaterali negativi gravi e di lunga durata causati dal vaccino Pfizer, una registrazione video trapelata di un incontro tra i ricercatori e il Ministero della Salute israeliano è stata resa evidente» ha dichiarato Neil Oliver di GB News. «Quello che abbiamo scoperto è che ogni aspetto di questo studio contraddice ciò che ci è stato detto sugli effetti collaterali di questo vaccino» ha spiegato il dottor Harvey Risch, professore emerito di epidemiologia a Yale. «Ci era stato detto che questi erano per lo più effetti collaterali locali e lievi che scomparivano nel giro di pochi giorni. Ma non è vero: gli effetti collaterali in realtà includevano problemi neurologici o effetti collaterali muscolari e sintomi digestivi nuovi». «Non erano elencati da Pfizer, non elencati nel foglio illustrativo del medico – ha aggiunto il dottor Shir-Raz. – In secondo luogo, abbiamo scoperto che gli effetti collaterali non erano a breve termine, ma in realtà molte volte erano a lungo termine che duravano settimane, mesi e talvolta un anno o anche di più». Ancora. «Abbiamo riscontrato un fenomeno battezzato re-challenge che attesta una ricorrenza o addirittura un peggioramento di un effetto collaterale a seguito di dosi ripetute del vaccino».
Ovviamente, la ricerca è stata chiusa e il governo israeliano ha tentato di insabbiare la relazione.
Il rapporto Pelican targato Covid continua a puntare il dito su Antony Fauci. «Fauci ha ingannato il Congresso sulla ricerca gain-of-function, ma è stato protetto dall’amministrazione Biden» a dirlo è l’ex capo del CDC, il senatore Rand Paul.
Ma dire che Fauci è il solo colpevole, sarebbe come dire che i drammi dell’umanità sono iniziati con il morso di una mela. La parabola è iniziata quando gli uomini hanno deciso che la conoscenza era un falso dogma elevando a verità la manipolazione e la menzogna. Fauci è solo una pedina all’interno del gioco del Monopoli e se tiriamo i dadi è possibile vedere anche tutti gli altri attori che hanno collaborato e che continuano a contribuire alla costruzione di un’influenza che non deve finire mai.
Michela Pisu
(Fonte: www.eni.com/; https://qds.it/; www.lindipendente.online; https://tass.com/politics/1517513; https://www.ansa.it/; https://beckernews.com/; https://beckernews.com/bombshell-video-of-israeli-researchers-discussing-pfizer-vaccine-side-effects-warning-of-medical-legal-consequences-47061/)