L’avvocatessa francese e lo spregiudicato finanziere ungherese

“La Bce sosterrà i paesi in difficoltà, ma non siamo qui per ridurre gli spreads”, sono le “parole sbagliate” pronunciate da Christine Lagarde, in risposta all’emergenza coronavirus.
Sono ancora “freschissime” nella nostra memoria di italiani le parole dell’attuale Governatore della BCE; esse, esattamente di senso opposto a quelle che avrebbe dovuto pronunciare, hanno provocato la maggior perdita percentuale che la Borsa Italiana abbia mai registrato (- 17%) e cio’ in quanto hanno plasticamente rappresentato l’intenzione di non soccorrere una nazione in difficolta’ a causa dell’evento eccezionale che sta sconvolgendo tutt’ora gli equilibri finanziari del mondo, in particolare della Nazione Italiana in quanto paese piu’ colpito dalla pandemia, perfino piu’ colpito della Cina da cui origina il virus , sia per numero di contagiati che soprattutto per la quantita’ di decessi. Tanto piu’ erano di segno opposto le attese degli operatori finanziari in relazione alle parole della Lagarde, quanto piu’ e’ stata di carattere depressivo la reazione, causando la perdita di decine di miliardi in Borsa.
Piuttosto vani sono stati i tentativi di rettificare, di porre rimedio con successive dichiarazioni e precisazioni, evidentemente non percepiti come “sinceri” e, comunque, seguenti alla stigmatizzazione di quanto avvenuto da parte del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, prontamente intervenuto a difesa della Nazione Italia.
Pur con tutti i ” distinguo” del caso, evidentemente da riconoscere, il pensiero degli italiani non puo’ che andare all’ormai lontano – ma sempre vivo nel ricordo – 1992 e a George Soros.     George Soros (Budapest, 12 agosto 1930) è un imprenditore e attivista ungherese naturalizzato statunitense.
Con il suo fondo Quantum, contribuì a portare la lira, e la nostra economia, a un passo dal baratro.
 L’operazione:  l’azione di Soros nel 1992 – la vendita di lire allo scoperto comprando dollari – costrinse la Banca d’Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio, portando a una svalutazione della nostra moneta del 30% e l’estromissione della lira dal sistema monetario europeo.
Le conseguenze. Per rientrare nello Sme, il governo italiano fu obbligato a una delle più pesanti manovre finanziarie della sua storia – circa 93 mila miliardi di lire – al cui interno, tra le tante misure, fece per la prima volta la sua comparsa l’imposta sulla casa (Ici), oggi divenuta Imu. Soltanto cinque mesi prima il presidente del consiglio di allora Giuliano Amato, proprio a causa della difficile situazione economica in cui versava il nostro Paese anche prima dell’attacco speculativo di Soros, era stato obbligato a dare il via libera al prelievo forzoso del 6/1000 sui conti correnti nella notte tra il 9 e il 10 luglio.
Concludiamo esprimendo un auspicio: che la Storia non debba ricordare la Governatrice della BCE come una nemica giurata dell’Italia, al pari dell’ineffabile “benefattore” ungaro-statunitense.
Cinzia Testa

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