Non si ferma la protesta dei Giudici di Pace su tutto il territorio nazionale. Si è appreso che il Ministero segue con particolare attenzione la problematica tant’è che ha inviato, attraverso i propri uffici, una richiesta a tutti i Presidenti di Tribunali per conoscere i numeri dell’adesione alla legittima protesta dei Giudici.
Non sono ancora note, ad oggi, le decisioni del Ministero sulla riforma ma di fatto, almeno nella forma ha evidenziato che non si è preoccupato dei migliaia di processi che, a causa della protesta, sono stati rinviati con un disagio per i cittadini e per la giustizia, ma solo dei numeri.
Un rappresentante locale della categoria dei magistrati onorari, ha ribadito il concetto che la protesta non deve esser vista in una ottica di pretese solo a tutela dei lavoratori, seppur legittima, ma deve essere inquadrata nel piu ambio cerchio dell’intesse collettivo. In fatti, ha sottolineato avere magistrati stabilizzati con una serenità sia professionale che sociale, significa garantire al cittadino quel giusto processo e quella certezza del diritto che, come è noto, ad oggi non si è verificato.
I dati non necessitano di commento basta vedere le condanne dell’Italia in materia di giustizia per renderci conto del problema.
La protesta ha ribadito e sottolineata il rappresentante locale, oltre che ai magistrati dovrebbe vedere impegnati anche i sindacati per primi, in quanto ci si trova difronte a delle palese violazioni di legge in materia di lavoro – precariato, ma restano degli sconosciuti, la collettività poichè il primo obiettivo è quello di dare maggiore certezza e garanzia al cittadino attraverso un processo che rispetti quelli che sono i principi costituzionali della certezza del diritto e soprattutto di un giusto processo che sia celebrato in tempi ragionevoli c.d. certezza del diritto e una ragionevole durata del processo.