Oltre l’autoreferenzialità è l’auspicio del nuovo CDU e valorizzazione dei ceti medi

Un ottimo dibattito quello che si è svolto nel Consiglio Nazionale del nuovo CDU. I contributi e la presenza di tanti amici sono stati qualificanti. Una tappa importante di un progetto che ricomponga non sigle ma realtà di tanti post-democristiani, che dopo illusioni e delusioni, si ritrovino nel loro naturale spazio ponendo fine anche all’ospitalità in case altrui. Dopo i crolli delle autoreferenzialità é giunto il momento di dare riferimenti ai ceti medi, ai giovani, a chi produce. Bisogna recidere il nodo scorsoio che si é stretto intorno i corpi intermedi, strumenti insostituibili di democrazia. Il nuovo CDU é nato per coinvolgere. I cenacoli che nascono possono risultare utili ma oggi c’è bisogno di spendersi, di andare fra la gente e organizzare il consenso con umiltà. L’intervento di Buttiglione, in rappresentanza dell’UDC, è stato significativo per individuare percorsi comuni proposti, anche da noi, al Consiglio Nazionale dell’UDC del 9 marzo. È intervenuto Giancarlo Travagin, presidente di Alleanza Democratica. Hanno portato il saluto l’on. Alberto Alessi dell’Associazione della Democrazia Cristiana, l’on. Luciano Ciocchetti (c’era anche l’on. Ignazio Cozzoli) e Antonino Ingrosso della Cdl. Bisogna andare avanti con coraggio guardando al futuro e alle storie migliori. A un reticolato di capi tribù deve sostituirsi una società di uomini liberi. Il Consiglio Nazionale ha preso atto di numerose nuove adesioni che vanno valorizzate Si é pensato a una Conferenza politica programmatica da tenere in tempi brevi. In Consiglio Nazionale si è parlato di Europa. Eravamo alla vigilia della cerimonia a 60 anni dalla sottoscrizione dei trattati di Roma. L’Unione Europea è un patrimonio che non deve essere disperso. Le intuizioni di De Gasperi, Schuman e Adenauer vanno custodite. L’Europa proprio il 25 marzo del 1957 nasceva per preservare la pace, per ricucire tessuti sociali squarciati, per favorire crescite umane. La visione mercantile-burocratica ha occupato molto spazio. Le parole del Papa sono eloquenti. Il progresso, lo sviluppo, la solidarietà sono le basi su cui ripartire e noi diciamo rifondare rivedendo i trattati. Bisogna correggere gli errori dell’allargamento precipitoso. E questi errori non si superano con i gironi o i cerchi concentrici. Sarebbe lo snaturamento dell’Europa condannata ad essere solo un’area di libero scambio. La nostra idea di Europa é molto di più. È l’integrazione politica sulla base delle comuni radici culturali e religiose. Questa è la sfida anche per il nostro Paese.

Related posts