Il Dirigente scolastico Cona: «I docenti hanno creato momenti pedagogici capaci di superare pregiudizi e discriminazioni razziali, attraverso la conoscenza di altre culture con una metodologia interattiva al fine di preparare i bambini a vivere in una società multietnica»
Mentre c’è chi pensa a chiudere i confini a scuola si sperimenta l’inclusione attraverso la gastronomia
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È stato presentato, presso la sede centrale dell’Istituto Comprensivo Renato Guttuso di Villagrazia di Carini, alla presenza di numerosi docenti, genitori, alunni, del dirigente scolastico e del direttore dei servizi generali e amministrativi dell’istituto, il volume «La sacralità del cibo e le religioni. Le ricette dell’inclusione», a cura dei professori Antonio Fundarò e Titti Cancelliere, realizzato dagli alunni del progetto “Aree a rischio” dal titolo del progetto “Amare per rispettare e amarsi per rispettarsi: un binomio di civismo e di supporto alla crescita”.
Il volume curato dai due docenti esperti del progetto, prefazionato dal prof. Luigi Cona, dirigente scolastico dell’ICS Guttuso, è stato introdotto dalla prof.ssa Elisabetta Di Giovanni, docente di Antropologia all’Università degli Studi di Palermo, che sottolinea come in esso, grazie agli alunni che hanno partecipato al progetto, si «ricostruiscono i legami tra religioni, culture, feste religiose, culto dei santi, o dei profeti e specialità alimentari, rivelando come il cibo sia, in fondo, una pratica religiosa fondativa della comunità di appartenenza: o meglio, un’integrazione di essa. Nel legame tra religioni, feste religiose, culture, santi, apostoli, profeti e pietanze, proprio come nella poesia, si fa largo uso di figure retoriche».
«Questo libro, frutto di una sinergia di idee e di passioni – continua la prof.ssa Di Giovanni – ripercorre e celebra lo speciale legame tra il sacro e il profano, le religioni e il cibo, che si crea nei giorni di festa: dedicati al culto dei santi, sì, ma anche alla tavola, che unisce in modo conviviale perché rinsalda il legame dei partecipanti. Motivi, questi, per consolidare anche la ricerca necessaria e indifferibile di una nuova filosofia dell’integrazione culturale e religiosa. Fattori, questi, indispensabili, per creare una comunità coesa, forte, multietnica e solidale, in grado di affrontare le tante sfide di questo millennio. Gli alunni, come appare assai chiaramente, dallo splendido corredo fotografico, si sono divertiti, hanno sognato, hanno sperimentato, sono cresciuti. Adesso tocca al lettore fare la sua parte e gustare il mondo».
Come ha sottolineato il prof. Cona, dirigente dell’Istituto, «I docenti hanno creato momenti pedagogici capaci di superare pregiudizi e discriminazioni razziali, attraverso la conoscenza di altre culture con una metodologia interattiva al fine di preparare i bambini a vivere in una società multietnica. Lo studio di una molteplicità di ricette legate alle festività delle più svariate religioni, da quelle monoteiste (cristianesimo, ebraismo, islam) ai culti asiatici di Budda, all’assoluto degli induisti, al Guru Angad Dev, che si traducono in uno spasmodico desiderio di onorare e, talvolta, di restituire i favori e le grazie ricevute, attraverso pietanze meravigliosamente presentate e la preparazione, a casa, di prelibatezze, solo in apparenza lontane dai nostri gusti (ma non geograficamente) hanno permesso ai bambini di comprendere di essere, pur nella diversità, sinceramente, uguali e di essere consapevoli del potere profondissimo del cibo di celebrare i momenti felici e di accompagnare quelli meno gioiosi».
Una sessantina le ricette contenute nel volume e realizzate nel corso della festa dell’inclusione. Ricette della cucina cristiana, della cucina ebraica, della cucina islamica, della cucina buddista, della cucina induista e della cucina sikhista.
Mentre c’è chi pensa a chiudere i confini a scuola si sperimenta l’inclusione attraverso la gastronomia. Un passo avanti e di grande spessore umano.