Tra le valli del vino, nel cuore dell’Occitania tra Francia e Spagna, la Nato si addestra alla guerriglia urbana. La stessa di Mariupol qualche mese fa e di Bachmut in queste settimane. In mezzo alla popolazione civile, perché una simulazione fatta bene richiede che la vita prosegua come se nulla fosse, anche se per strada, sulle strisce pedonali e sui tetti, ci sono mimetiche e fucili.
Siamo a Cahors, 21 mila abitanti più dodicimila turisti: i soldati e ufficiali Nato arrivati da tutta Europa per un’esercitazione che lascia più di un pensiero. Sia per il tipo di terreno di scontro che per la tempistica. Che senso ha preparare truppe per scontri urbani se non si prevedono scontri urbani? Appunto: le teste dell’Alleanza atlantica ipotizzano chiaramente che le città dei Paesi alleati possano essere attaccate. O possano insorgere e rovesciare fragili democrazie.
TORNA LA PROTESTA IN MOLDAVIA: DOMANI MANIFESTAZIONE A CHISINAU
Per domani, 16 marzo, le forze di opposizione alla presidente europeista Maia Sandu hanno annunciata una nuova manifestazione di protesta a Chisinau. Si replica, dopo quella di domenica che ha portato tumulti e arresti nella capitale della Moldavia. Secondo l’analista politico rumeno Antoniu Martin, “i tentativi di destabilizzazione filo-russi nella Repubblica di Moldavia sono all’attenzione dell’Unione Europea e degli USA. Fino ad ora, le autorità di Chisinau sono riuscite a bloccare almeno tre tentativi russi di sovvertire lo stato di diritto nella Repubblica di Moldova con mezzi ibridi”. Per Martin “la Repubblica di Moldavia è molto importante per la sicurezza della Romania e dell’Unione Europea. Pertanto, la situazione verrà iscritta all’ordine del giorno del Parlamento europeo e verrà adottata una risoluzione al riguardo”.