Quando la burocrazia supera il buon senso e la buona organizzazione

Non vi è dubbio che in questo momento storico in molti paesi, soprattutto in quelli industrializzati, vi sia un serio problema di burocrazia, ossia dell’organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità e impersonalità.

Il problema sono i burocrati e non le leggi! Soprattutto la nuova generazione di burocrati che con il loro stile comunicativo e con il loro linguaggio inutilmente complicato durante le loro funzioni di comunicazione con i cittadini, molto spesso non conoscono l’organizzazione vera del sistema. Ed è questa la logica che ha fatto sì che ai precari della scuola ogni anno venga stipulato il contratto fino al mese di giugno per poi essere collocati in Cassa Integrazione o indennità di disoccupazione.

Servirebbe soltanto un pò di buon senso per capire come far lavorare molto meno la pubblica amministrazione. Basterebbe stipulare i contratti dei precari al 31 agosto con contratto annuale, in modo che poi nel mese di settembre, coloro i quali saranno richiamati nella scuola, non dovranno intraprendere tutta la procedura che riguarda la disoccupazione o l’indennità di disoccupazione. Questo farebbe sì che molti uffici della P.A. siano alleggeriti, oltre che dai “costi” in termini di tempo e dai costi associati in termini economici, anche da un carico di lavoro inutile in quanto, in fin dei conti, il precario o con l’indennità di disoccupazione o con lo stipendio sarebbe comunque retribuito, ma avrebbe la possibilità allo stesso tempo di poter garantire quella continuità didattica che è essenziale per lo svolgimento degli esami di maturità, in quanto i docenti precari sono stati utilizzati dallo Stato per sopperire alla cronica carenza di docenti di ruolo.

Ci si augura che questo Governo apra gli occhi e ragioni sulla “mala burocrazia” i cui costi sono stati indicati come una delle cause della mancanza di competitività delle imprese, dando così un minimo di certezza del diritto anche per i precari ma, soprattutto in questo caso nell’interesse degli Studenti, della Cultura e del Futuro.

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