Le sanzioni contro la Russia non stanno avendo effetto e gli scambi commerciali esteri di Mosca sono quasi ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina, grazie soprattutto al fatto che i Paesi vicini fungono da piattaforma per l’ingresso e l’uscita di molti prodotti. Lo scrive il New York Times, spiegando che la Russia ha smesso di pubblicare i dati
del suo commercio estero dopo l’invasione dell’Ucraina, ma un’analisi dei dati dei Paesi vicini alla Russia mostra che stanno fornendo a Mosca molte delle merci colpite dalle sanzioni.
Inoltre, prosegue il quotidiano newyorkese, Mosca sta approfittando dell’alleanza o della neutralita’ di Paesi che non applicano le sanzioni per dirottare gran parte del suo commercio. I due indicatori che dimostrano, secondo il New York Times, che le sanzioni non stanno dando frutti sono la stabilita’ del rublo e i dati del Fondo monetario internazionale, secondo cui l’economia russa crescera’ quest’anno dello 0,3%, ben al di sopra della contrazione del -2,3% della previsione precedente.
Microelettronica, aumenta l’importazione della Russia
Le sanzioni contro la Russia nel settore della microelettronica non funzionano. Al contrario, l’importazione di chip nel Paese è aumentata da 1,8 miliardi di dollari nel periodo gennaio-settembre 2021 a 2,45 miliardi di dollari nello stesso periodo del 2022, grazie alle forniture da Cina e Hong Kong. Ciò non soddisfa le aspettative degli analisti occidentali, secondo i quali le sanzioni in questo settore avrebbero dovuto complicare significativamente il lavoro del complesso militare-industriale russo e di altre industrie.
Stati Uniti contro Iran. E dagli Usa arrivano i missili a lungo raggio per Kiev
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha incluso 7 organizzazioni iraniane nella sua lista nera per “l’assistenza alle forze armate russe e al complesso militare-industriale russo”. Gli Stati Uniti, intanto stanno preparando un ulteriore pacchetto da 2 miliardi di dollari di aiuti militari per l’Ucraina che dovrebbe includere anche missili a lungo raggio.
Niente fabbrica di droni Bayraktar in Ucraina: la Turchia dice no
La Turchia ha rinunciato a costruire lo stabilimento per la produzione dei droni Bayraktar in Ucraina. Haluk Bayraktar, direttore generale dell’azienda Baykar che produce droni da combattimento, ha spiegato in un’intervista perché la costruzione dell’impianto vicino a Kiev è stata fermata. Secondo lui, i funzionari ucraini gli chiedevano 10 milioni di dollari per allacciare il futuro impianto alla rete elettrica. Inoltre, hanno chiesto 2 anni per concordare le formalità al fine di ottenere il permesso, mentre in Turchia ciò costa zero, e i documenti necessari possono essere ottenuti in 2-3 giorni
(Fonte: AGI, NYT, )