Scenari/la guerra in una larga fascia che va dalla Transistria sino alla Moldavia, dove i russi e le munizioni ci sono già (di Claudio Cugusi)

Giorno dopo giorno, dopo quasi tre mesi dall’inizio dell’Operazione speciale in Ucraina, il cambio di rotta di Putin sembra comporre i pezzi di uno scenario inedito. Non più la guerra totale al Paese guidato da Zelensky: è chiaramente sfumata la possibilità di prendere Kiev e le grandi città come Rivne e Lviv più vicine alla Polonia (e alla Nato). L’interesse militare di Mosca, invece, è sempre più evidente nel sud est dell’Ucraina, con gli oblast di Dnipro e Zaporizzia in prima fila tra i bersagli missilistici di queste ultime ore. Si tratta di un’area vasta e poco abitata (se si esclude Odessa), di grande interesse per gli oligarchi russi, che si affaccia sul mare ed è vicinissima alla Moldavia. Questa strategia potrebbe rappresentare una svolta finale del conflitto: d’altronde la Moldavia è divisa tra i sostenitori dell’ingresso in Europa, guidati dalla presidente Maia Sandu, ma una larghissima componente di cultura russa sta apertamente con Putin ed è scesa in piazza a Chisinau il 9 maggio contro tutti i divieti governativi per ricordare la sconfitta del nazismo. In realta, potrebbe capitare a tanti territori della Moldavia quel che sta accadendo a Kherson, dove la popolazione e il governo locale hanno chiesto in queste ore di essere riconosciuti dalla Federazione russa.
“La Moldavia non ha un esercito, non gode della protezione Nato in caso di aggressione”, spiega una fonte locale, “e soprattutto nella parte più costiera del Paese si concentrano caserme e depositi di munizioni dell’ex Unione sovietica dove sappiamo che sono ancora stoccate decine di tonnellate di materiale bellico dell’ex Urss. In cambio di una bottiglia o pochi spiccioli è facilissimo trovare un fucile o esplosivi che risalgano al periodo della Guerra Fredda”. Questo motiva ancora di più l’intenzione di Mosca per un cambio di prospettiva: non più la guerra globale per la conquista dell’intera Ucraina ma la costruzione di una larga fascia russa che comprende i porti e le aree confinanti con la Russia e già di fatto russe: Trasnistria e Pridnestrovia, Donbass, Lugansk, Crimea e la costa semideserta della Moldavia, affacciata sul Mar di Azov e sul Mar Nero.
In Transnistria, che si è proclamata repubblica indipendente dopo il conflitto moldavo russo del 1992, sono di stanza, del tutto immobili ma vigili, oltre 1500 militari russi. Una minaccia costante per il disegno europeo di Chisinau. In caso di attacco non troverebbero nessuna forma di resistenza se non la contrarietà della comunità internazionale. Almeno di quella espressione degli Usa e filo Nato, Romania in testa

Claudio Cugusi

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