“Siamo stati anche felici” il libro di Viviana Guarini, l’intervista

 

La dott.ssa Viviana Guarini (Bari, 1988) è una psicologa, copywriter e formatrice. Si occupa di strategie digitali, consulenze alle aziende in Responsabilità Sociale di Impresa e incubazione di giovani talenti. Con Les Flâneurs Edizioni ha pubblicato i suoi romanzi “Non dirlo al cuore” (2018), vincitore del premio letterario under 35 Ludovica Castelli, “Deve andare tutto bene” (2019) e “Siamo stati anche felici” (2021).

 

Psicologa, copywriter e formatrice, chi è la dott.ssa Viviana Guarini?

Viviana Guarini è un’eterna bambina innamorata dei sogni, dell’amore e della vita. Convinta che le parole possano cambiare sia se stessi che il mondo, prova a selezionare le parole da non dire che, spesso, sono più importanti di quelle da dire. Ama l’essenziale e la semplicità e vive nella convinzione che ogni piccolo gesto, ogni piccola scelta e ogni piccola azione possa influire la propria vita e quella degli altri.

 Quando si è scoperta scrittrice?

Scrivo da quando ho otto anni. Sin da piccina ho sempre scritto solo per passione senza mai davvero pensare che prima o poi avrei pubblicato un libro. Un giorno poi, di ormai quattro anni fa, un mio caro amico si è suicidato. La nostra promessa era quella che un giorno avremmo scritto un libro insieme. Così decisi che sarei riuscita a pubblicare quel romanzo per mantenere quella promessa e per scrivere quel libro “assieme a lui” che mi ha ispirato e guidato in ogni momento, seppur da “lontano”. Perché nessuno muore mai per davvero e continua a camminare sulle gambe, nelle parole e negli occhi di chi lo ha amato.

 

‘Siamo stati anche felici’ è il suo terzo libro edito con Les Flâneurs Edizioni, di cosa parla?

Siamo stati anche felici è un romanzo epistolare che racconta della battaglia continua tra paura e desiderio di vita, un dialogo tra mente e anima, un viaggio interiore che ognuno di noi ha avuto la possibilità di sperimentare durante l’emergenza sanitaria Covid19. La pandemia, costringendoci alla clausura, ci ha messo in contatto con le nostre paure più profonde, tra cui la solitudine e la morte e tutti quei fantasmi ignorati nella freneticità della nostra vita quotidiana. Un dolore profondo, una ferita collettiva che però ci ha consentito di entrare in contatto anche con la parte più autentica di ognuno di noi. In questo libro c’è il dolore, c’è la paura, c’è l’amore, c’è il coraggio, c’è la rinascita, c’è la felicità: un dialogo tra mente e anima che conduce alla scoperta del senso più profondo della vita.

 

Nella vita si può toccare il fondo ma si può anche risalire, come?

Avendo cura della propria fragilità, prendendola per mano, accettandola come parte integrante della vita. Si può definire questo romanzo “un elogio della fragilità”, proprio perché ammettere la possibilità della caduta come una parte inevitabile della vita ci aiuta a farci sentire meno soli nel dolore.  Per accettare la propria fragilità e trasformarla in un punto di forza è fondamentale imparare a condividere il dolore, per riscoprirci meno soli e riconoscerci in quella che a mio avviso è una ferita collettiva e che, in quanto tale, collettivamente va affrontata.

 

Parliamo dell’amore per la vita, parliamo di questo intenso dialogo tra mente anima, spiritualità e corpo.

Siamo stati anche felici è un inno alla vita, alla speranza e alla fragilità, sono queste le colonne portanti della danza poetica su cui continuano a duellare mente e anima, verso cui mi sono ritrovata, durante la scrittura a patteggiare, a provare tenerezza e talvolta fastidio, come in ogni profonda introspezione che sia degna di questo nome. Molti confondono la spiritualità con la religione. La spiritualità è la dimensione più importante di ogni essere umano. Essere spirituali significa dedicarsi al culto del silenzio almeno una volta al giorno, considerare il respiro il primo maestro di equilibrio, venerare i tramonti, benedire le albe, perdersi nei boschi, annaffiare le piante del proprio giardino. Ogni qual volta in cui ci allontaniamo dalla nostra spiritualità, ci perdiamo. Spesso il nostro corpo ci manda dei segnali: ansia, attacchi di panico, dolore mentale. Tutti inganni della mente per riportarci nell’esatto punto in cui siamo stati spezzati. Coltivare la spiritualità significa non permettere agli eventi della vita di allontanarci dal nostro essere luminoso, dalla verità della nostra anima, dal senso profondo che è custodito in ciascuno di noi.

 

Non fate sconti sui sogni. Non fate sconti sulle utopie’ questa frase è tratta dal suo libro, cosa vuole intendere? 

Questa frase è liberamente tratta dal grande Tonino Bello, rivoluzionario non solo della società civile ma anche di quella laica. Maestro di vita, i suoi scritti e la sua storia insegnano a non rinunciare ai propri sogni e a quelli che spesso la società definisce come utopie, nel continuo tentativo di farci restare legati solo alla competizione, al profitto e al proprio ego. Questo è un invito a rimettersi in connessione con la parte “bambina” e “autentica” di ognuno di noi, riscoprendo il piccolo o grande talento per il quale siamo venuti al mondo e che al mondo possiamo donare.

 

Ci parli della metafora del pettirosso. 

Nella simbologia il pettirosso annuncia l’arrivo dell’inverno ed è simbolo di speranza, ottimismo e della vita che resiste alle difficoltà. Spesso associamo all’inverno uno stato d’animo triste, una stagione cupa. Il pettirosso, invece, è considerato un buon auspicio proprio associato all’arrivo dell’inverno, come a voler rappresentare la vita, bella e profonda, anche nelle tempeste. Dopo ogni temporale, alla fine, arriva sempre un pettirosso che ricomincia a cantare. E la vita esplode.

 

Ha altri libri nel cassetto o progetti? 

Dicono che scrivere sia come una dipendenza: difficilmente se ne riesce a fare a meno. Sto strutturando il mio prossimo progetto di cui non anticipo nulla nel dettaglio, ma che sicuramente avrà come sfondo narrativo quello sociale. La trama e l’intero progetto verterà a sposare una causa di giustizia sociale come solo la scrittura sa fare: con leggerezza e profondità.

 

 

 

 

 

 

 

 

Lisa Di Giovanni

 

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