I vertici della brigata di mercenari Wagner annunciano che “Soledar è stata demilitarizzata” mentre Zelensky e gli Usa smentiscono. Di sicuro centinaia di cadaveri russi e ucraini ingombrano tristemente la cittadina del Donestk, determinante insieme alla vicinissima Bakhmut per la conquista dell’oblast E’ la battaglia più cruenta quella che in queste ore si combatte nella cittadina orientale, nota per le miniere di sale, appena diecimila abitanti prima che undici mesi fa Mosca ordinasse l’invasione. Gia da 48 ore i russi hanno circondato la città e lanciato ultimatum ai circa cinquecento soldati ucraini dispiegati con carri armati e artiglieri leggera, come quella di fabbricazione italiana nella foto.
Si contano a centinaia le perdite da entrambi i fronti nella battaglia di Soledar e nell’assedio russo di Bakhmut. Secondo il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin, Soledar sarebbe stata completamente liberata e almeno 500 soldati ucraini, che avevano rifiutato di arrendersi, sarebbero stati “demilitarizzati”. Una conquista che sarebbe avvenuta senza l’esercito russo, un chiaro messaggio per Putin e il suo Stato maggiore. Che replicano con il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov: “La Russia “non ha fretta” a dichiarare la vittoria a Soledar. Aspettiamo i rapporti ufficiali, ma c’è una dinamica positiva nell’evoluzione”. Lo riporta l’agenzia moscovita Ria Novosti.
Fonti ucraine sostengono, invece, di controllare ancora una parte della città. In un video pubblicato su Telegram il leader Zelensky afferma che la presa della città non c’è stata e anche lo Stato maggiore degli Usa non conferma la piena occupazione della cittadina da parte delle milizie mercenarie di Mosca.
Da varie testimonianze visive, si intuisce che i morti sono a migliaia. L’impressione è che Bakhmut e Soledar saranno due nomi che entreranno nei libri di storia. Le forze armate ucraine sarebbe nel complesso in grave difficolta per la mancanza di soldati: nel paese la leva per i nati nel 2006 è pronta ad essere chiamata.
Cambi al vertice dell’esercito russo
Nel frattempo, si registrano alcuni grossi cambiamenti nell’esercito russo, che fanno presagire che una grande offensiva sia ormai imminente. Il ministro della Difesa della Federazione Russa Shoigu ha cambiato le nomine dei generali. Il generale dell’esercito Valery Gerasimov, attualmente capo di stato maggiore delle forze armate, è stato nominato comandante del gruppo congiunto di forze. I suoi vice sono: il comandante in capo delle forze aerospaziali, generale dell’esercito Sergei Surovikin; il comandante in capo delle forze di terra, generale dell’esercito Oleg Salyukov; il vice capo di stato maggiore delle forze armate colonnello generale Alexei Kim.
Dal Mar Nero una nuova offensiva di Mosca?
Inoltre, questa mattina navi e sottomarini della Marina russa hanno lasciato in massa la base di Novorossiysk, nel Mar Nero. Un’operazione molto insolita che può indicare o un’esercitazione o la reazione a una minaccia o, appunto, un’operazione offensiva.
Gli altri scenari di guerra: Zaporizhzhia e Kherson
Intanto, il sindaco di Zaporizhzhia, Anatoly Kurtev, ha informato che le forze russe hanno attaccato di nuovo ieri sera la città, nell’Ucraina sud-orientale. Infrastrutture e abitazioni sono state danneggiate: non ci sarebbero feriti o vittime. Martedì il il capo dell’Amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh, aveva detto che la regione di Zaporizhzhia è stata attaccata oltre 600 volte dall’inizio di quest’anno, con un bilancio di quattro morti e sette feriti.
Esplosioni sono state udite questa mattina dai residenti della città di Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo riporta Ebc-Ucraina, che cita canali Telegram locali. Non ci sono ancora commenti ufficiali sulla situazione, ma esplosioni sono state udite in città anche durante la notte. Nel frattempo, il primo vicepresidente del Consiglio regionale, Yuriy Sobolevskyi, ha reso noto che ieri la città è stata bombardata un record di 90 volte. Sono state colpite abitazioni e strutture sanitarie.