Storia, tradizione e ricordo: tutto questo è la granita, peculiarità storica della Sicilia. Salvatore Battaglia, presidente dell’Accademia delle Prefi, associazione culturale che promuove la storia e i ricordi di una Sicilia che non c’è più, ha svolto delle ricerche in merito fino ad arrivare alle origini di questa antichissima e rinfrescante prelibatezza sicula.
Amata, imitata e decantata. Esaltazione del palato e sinonimo di sicilianità. La granita siciliana non è una semplice pietanza: rappresenta un rito e racconta la vita stessa degli isolani. Le sue origini vengono fatte risalire alla dominazione araba in Sicilia, grazie alla quale si diffuse la ricetta dello sherbet (o sherbat), una bevanda ghiacciata composta da succhi di frutta o acqua di rose.
Nell’Isola, inoltre, esisteva la figura del nivarolo, colui che in inverno si occupava di raccogliere la neve sull’Etna, sui monti Peloritani, Iblei o Nebrodi. La neve raccolta veniva preservata dalla calura estiva nelle cosiddette neviere, luoghi naturali o artificiali deputati alla conservazione del ghiaccio, che in estate veniva grattato e impiegato nella preparazione di sorbetti ricoperti da sciroppi o spremute.
Grattachecca
Nel corso del XVI secolo la ricetta subisce un’importante modifica: la neve viene usata con il sale marino come refrigerante e nasce il pozzetto. Nel corso del XX secolo la neve è stata sostituita con l’acqua ed il miele con lo zucchero. Il pozzetto, invece, dalla gelatiera. L’impasto è cremoso, privo d’aria e ricchissimo di sapore.
Acitrezza: la granita nel paese dei Malavoglia
Salvatore Battaglia, nelle sue ricerche, è arrivato a scoprire l’origine e il nome dell’inventore della granita siciliana. Siamo nel paese dei Malavoglia, ad Acitrezza, e la granita sarebbe stata inventata da Francesco Procopio dei Coltelli, un cuoco vissuto a cavallo tra ’600 e ’700, tra la Sicilia e Parigi.
Si racconta che Francesco, grazie alla sua permanenza presso il borgo marinaro di Acitrezza, sia riuscito ad affinare le sue tecniche dolciarie fino alla realizzazione della granita. Il cuoco siciliano è ritenuto ufficialmente il padre dei gelati ed è stato il fondatore del più antico caffè di Parigi, il primo ad aprire un locale destinato alla vendita di gelati.
Il chiosco di Ibla, anni ’60
“La granita va attesa come una grazia divina. Nessuno ti può assicurare del suo arrivo, ma il piacere è l’attesa stessa. La sua venuta è solo il compimento di un prodigio”. Così Don Firili descriveva la prelibata granita, rigorosamente a limone, che per tanti anni ha preparato nel Chiosco di Ibla, nel caratteristico quartiere di Ragusa.
Don Firili, ha deliziato per anni i turisti di passaggio a Ragusa. Nonostante ci abbia lasciato da parecchio tempo, il suo ricordo è vivo più che mai e il sapore della mitica granita al limone delizia ancora oggi ragazzi e turisti, grazie al figlio “Peppe”, che mantiene viva questa storica tradizione.