Ancora una puntata del nostro diario di guerra, storie di civili prigionieri in territori che non sono più nulla. Né Ucraina né Russia ma soltanto guerra e morte. Parlo da Roma, anche stavolta anonimo per proteggere la mia fonte. Oggi tre ore al telefono con una giovane ragazza nata e cresciuta a Kharkiv, dove tutt’ora risiede. Non se ne è andata a febbraio dell’anno scorso quando un missile ha centrato il palazzo di casa (l’impatto è avvenuto tra il quarto e quinto piano, lei viveva al secondo) e non se…
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