Viviamo in un mondo in cui la globalizzazione ha reso vicini posti dall’altra parte dell’emisfero e ha “standardizzato” la produzione mondiale apportando significative innovazioni per l’umanità. In alcuni servizi però, il divario è ancora netto: il dramma dei mezzi pubblici in Italia
Chi sceglie di affidarsi a essi, ogni giorno è consapevole della poca affidabilità dei loro orari, della possibile assenza dei mezzi in questione e del conseguente sovraffollamento dovuto al basso numero di veicoli. Ovviamente il sistema fa acqua da tutte le parti. Da Roma in giù la situazione è davvero pessima: pensiamo a tutte le stazioni della metrò della capitale chiuse e ai conseguenti disagi, affidarsi a un autobus è un po’ come tentare la fortuna, devi solo sperare senza illuderti troppo.
Ragionamento impensabile se andiamo all’estero, dove tutto è organizzato con una precisione scrupolosa. Per un italiano che si trova in territorio straniero la visione del tabellone con gli orari a ogni fermata del bus sembra quasi un miraggio, e che dire dello stupore quando, nel 99% dei casi, il mezzo arriva spaccando il secondo. Ma occorre chiedersi quale sia il problema all’origine dei disagi dei trasporti italiani. Solo così si può iniziare a pensare a un’eventuale soluzione, non perdendo tempo con lamentele sterili. In Italia i principali problemi sono due:
– il primo riguarda l’organizzazione obsoleta, che rende tutto troppo macchinoso e non al passo con i tempi.
– il secondo, non meno importante, riguarda la mancanza di civiltà del cittadino italiano, che spesso e volentieri prova a fare il furbo evitando di comprare il biglietto.
Il salto del tornello o la mancata timbratura fanno sentire orgogliose persone che non si rendono che stanno facendo un torto in primis a loro stessi.
Di conseguenza, se il numero di persone che utilizza un servizio è elevato, ma non ci sono al contempo i soldi per garantire una buona organizzazione, come potrà mai l’intera macchina andar bene?
All’estero il problema non si pone, è assolutamente impossibile evitare di pagare il biglietto. Prendiamo come esempio Londra, lì esiste la Oyster card, carta che va ricaricata in base alle esigenze del cittadino e che garantisce l’accesso illimitato ai mezzi di trasporto (bus, metro, tram). Appena si sale sul mezzo scelto è conditio sine qua non passare la carta in un lettore elettronico. Di conseguenza, una città che gira per il verso giusto è una città in cui l’evasione è tenuta a bada. Avendo abbastanza fondi è possibile garantire un buon servizio.
Una buona notizia riguarda Milano: dal 2020 infatti la città adotterà il modello londinese introducendo proprio la Oyster card. Attualmente sono in corso le operazioni di modifica dei tornelli e di adeguamento alla bigliettazione elettronica
E’ un ottimo segno di progresso e di volontà di adeguarsi agli standard europei, ma non basta, vorremmo per una volta che l’Italia si muovesse come un corpo unico e unitario, come la nazione che è.
Cinzia Testa