Trent’anni dalla scomparsa/A Potenza tutti uniti nel ricordo di Elisa

Tutti uniti nel ricordo di Elisa. Un corteo con croce e sandali a Potenza, un corteo per testimoniare la vicinanza e la solidarietà alla famiglia di Elisa Claps nel trentennale della sua scomparsa (3 settembre 1993). Una pagina degna della più brutta letteratura criminale. Dopo lunghissimi 17 anni (nel 2010) – come si ricorderà – il corpo di Elisa (che all’epoca della sua scomparsa a Potenza aveva 16 anni) fu trovato nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, in circostanze del tutto fortuite (da alcuni operai saliti lassù per alcuni lavori). Da allora in poi si è aperta una nuova pagina fatta di errori, omissioni, sviste, sofferenza e grandissima forza d’animo da parte di chi non si è mai arreso, come il fratello Gildo insieme alla sua famiglia.

Una nuova pagina che ha lasciato spazio a verità nascoste e tanti interrogativi senza risposta. E la processione laica (come è stata definita dalla Gazzetta del Mezzogiorno, che ha dedicato all’avvenimento una intera pagina) è stata fortemente voluta dall’attore regista Ulderico-Pesce (autore di un video) che, insieme alla famiglia di Elisa, ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Papa Francesco. Una lunghissima lettera di perché, <affinche le nostre domande diventino le sue domande e il nostro desiderio di risposta diventi il suo desiderio di verità>.

A questo punto sulla lunghissima storia di Elisa, diventata un <caso> nazionale e che ha diviso l’opinione lucana in due, potrà essere pronunciata la parola <fine> solo quando avranno avuto una risposta i tanti interrogativi  (raccolti in un podcast e in un libro). La riapertura della chiesa della santissima Trinità è stata voluta dallo stesso Pontefice  (<diventi soltanto un luogo di preghiera>). Una chiesa dunque non più aperta al culto ma la cui riapertura non è mai stata condivisa dalla famiglia. <Gentile e caro Papa, noi lucani prima di rientrare in questa chiesa, che è stata macello e tomba segreta di una ragazza di 16 anni, abbiamo bisogno di sapere i nomi degli uomini che hanno contribuito a nascondere il corpo di Elisa qui dentro per 17 anni>, si legge tra l’altro nella lettera. Infatti ci sono indizi, sospetti e omertà, che portano alla conclusione delle connivenze che hanno facilitato il compito di coloro che hanno “custodito” il corpo della povera Elisa sul sottotetto della chiesa. Ad esempio – come si legge tra i tanti interrogatovi inseriti nella lettera al Papa – la presenza di un bottone di una tunica di prete vicino ai resti di Elisa oppure “un buco di un metro per un metro, realizzato con una sega circolare a motore, per permettere ai miasmi derivanti dal corpo di Elisa che si disperdessero verso l’alto”. Indizi su cui non è mai stata fatta luce.

Insomma tanti interrogativi. A cui gli stessi giudici non avrebbero dato una risposta. Né è motivo di consolazione per la famiglia Claps il fatto che nel frattempo il killer è stato arrestato: come è noto il colpevole dell’omicidio di Elisa è Danilo Restivo, condannato all’ergastolo in Inghilterra con l’accusa di aver ucciso anche una donna inglese. Dunque la verità processuale è nota, ma rimangono in piedi gli interrogativi che levano ancora il sonno alla famiglia Claps: chi ha contribuito a tenere in piedi quel terribile “segreto” del corpo di Elisa nel sottotetto della chiesa? Un orrore durato troppo a lungo.

Per questa ed altre ragioni, tutte riconducibili a un atto di solidarietà e vicinanza nei confronti della famiglia Claps, visto che la città è rimasta divisa tra i sostenitori del “sì alla riapertura della chiesa” e il partito del “no alla riapertura”, è stata organizzata la processione laica, che ha ripercorso lo stesso tragitto dalla casa (che si trova a breve distanza) alla chiesa della Trinità. Corteo guidato da una croce di ferro sulla quale erano affissi i sandali ad occhio di bue come quelli che portava la ragazza il giorno della scomparsa.

Nel frattempo la brutta storia di Elisa Claps è diventata virale: per ricordarla – come accennato – è stato realizzato un libro e un video con una ferma posizione di Gildo Claps, il fratello di Elisa, il più deciso a portare la sua battaglia avanti fino alla verità. “La chiesa – ha suggerito tra l’altro Gildo – diventi un punto di ascolto e un centro di accoglienza per le vittime della violenza”. Già. Perché quell’ormai lontano ed efferato delitto commesso trent’anni fa da Danilo Restivo (da sempre ritenuto soggetto con disturbi mentali senza che mai nessuno sia intervenuto quantomeno ad isolarlo), è stato un vero e proprio femminicidio. Come ne accadono tanti oggi. “In molti sapevano – commenta parte dell’opinione pubblica di Potenza – ma nessuno ha mai aperto bocca”.

Nella foto l’assembramento di gente che si è creato dopo l’arrivo del corteo alla chiesa della santissima Trinità

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