Ucraina, in cella due “sciacalli” insospettabili: rubavano e rivendevano gli aiuti destinati ai militari. Anas: diffidate dai canali non istituzionali

Denaro, cibo, giubbotti antiproiettili, farmaci: si erano impadroniti di aiuti umanitari  per i militari dell’Ucraina e li rivendevano al mercato nero. Così sono finiti in cella un alto funzionario ucraino e un giornalista, arrestati il 5 maggio a Leopoli (Lviv) da ufficiali della SBU, i Servizi di sicurezza dell’Ucraina. Si tratta dell’ex alto funzionario della LODA Roman Matis, 43 anni, accusato di appropriazione indebita di aiuti umanitari per le forze armate. Con lui in cella, in qualità di complice, anche Yevhen Shpytko, caporedattore del sito Mind.ua. L’internet giornale – Lviv.Media è stata la prima a riferire sulla detenzione di Matisse e Shpytko: secondo la testata giornalistica i due sono stati fermati in flagranza di reato, proprio mentre incassavano il denaro per una partita di giubbotti antiproiettili. Secondo l’accusa rivendevano anche ai negozi il cibo donato.

La notizia dei due arresti è stata confermata anche dal procuratore generale dell’Ucraina Irina Venediktova e ha scosso la città di Leopoli.

Matis ha avuto a lungo un ruolo di primissimo piano nell’economia dell’oblast di Lviv, dove è stato sino a un anno fa al vertice dell’amministrazione statale regionale.

“Apprendiamo con profonda tristezza la notizia dell’arresto di questi due uomini”, commenta in una nota il Dipartimento di protezione civile di Anas Italia, che ha effettuato sei missioni umanitarie a Leopoli in questi due mesi di guerra, “per fortuna non abbiamo mai avuto a che fare con queste persone. La nostra unità di crisi a Leopoli, coordinata dalla volontaria Irina Vuzhhyk, prende direttamente in carico gli aiuti (farmaci e cibo) in arrivo dall’Italia o in alternativa organizza lo scarico dei tir e dei  van al deposito di Jaroslav, gestito direttamente dal Comune di Leopoli. Le nostre missioni proseguono, ancora di più con la consapevolezza che si deve diffidare di tutti i canali che non siano istituzionali”.

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