Le forze armate di Kiev hanno messo in pericolo la popolazione civile violando il diritto internazionale umanitario. Questa la pesante accusa di Amnesty International, diffusa tramite un dossier. L’esercito ucraino -si evidenzia nello scritto- ha lanciato attacchi contro i russi dall’interno di 19 centri abitati nel Donbass. Il rapporto sta provocando reazioni contrariate in Ucraina, dove anche il ministro degli Esteri lo ha definito una provocazione filorussa. Il problema per la leadership di Kiev è enorme: esiste il timore che l’Occidente stia iniziando a lavorare per sganciarsi.
Questa analisi è una crepa nell’immagine di nazione che rispetta alla perfezione le leggi di guerra, aggredita da qualcuno che al contrario ha come punto fermo quello di non rispettarle. Viene mostrata una leadership militare virtualmente disposta a sacrificare i civili per conseguire un vantaggio tattico, considerato che molti armamenti sono nascosti in aree residenziali e che molti edifici civili sono occupati da militari ucraini. Tutto questo pur mettendo sempre in chiaro che questo non giustifica gli attacchi russi.
Il punto più preoccupante è però un altro: il rapporto nega che tutte le vittime dei bombardamenti russi siano civili, e che questi siano stati esclusivamente diretti a strutture private. E’ la conferma in parte di alcune teorie propagandistiche russe, secondo cui al governo ucraino non importerebbe nulla della sua popolazione dato che nasconde le armi nelle case, nelle scuole e negli ospedali.
Questo spiega la reazione violentissima del governo ucraino, contro una organizzazione imparziale e apolitica che aveva il mero intento di portare alla luce alcuni punti oscuri della tattica difensiva di Zelensky.
(Fonte Amnesty International, Agi, Ansa, Kulturjam)