La Repubblica Moldava condanna apertamente l’invasione russa di un anno fa e prende le parti del unione europea. Con un risoluzione adottata ieri, la massima assemblea di Chisinau ha aperto un fronte anti Mosca, in risposta alle contestazioni dei giorni scorsi che, secondo i sostenitori di Maia Sandu, sono sobillate dai filorussi.
Secondo l’analista politico rumeno Antoniu Martin, un momento speciale è avvenuto ieri, 2 marzo, a Chisinau, quando il Parlamento della Repubblica di Moldavia ha adottato una risoluzione che condanna “la guerra di aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina”.
Il Parlamento moldavo chiede a Mosca “di fermare tutte le azioni militari in Ucraina e di ritirare le sue forze dall’intero territorio riconosciuto come Ucraina dalla comunità internazionale”. Pertanto, la Repubblica di Moldavia “si unisce alla comunità internazionale nel condannare l’aggressione della Federazione Russa e i crimini da essa commessi”.
Probabile che nelle prossime ore arrivi una risposta della Federazione Russa, alle prese con un ulteriore problema: un contingente di 2000 soldati della Armata russa è di guardia a Cobasna, la più grande polveriera del est europa.
Cobasna è in Transnistria la regione filorussa circondata dai confini del Ucraina e della Moldavia. Per Mosca è impossibile arrivare fin lì senza violare lo spazio aereo della Nato. Se il quadro politico dovesse peggiorare quei 2000 soldati in un attimo diventeranno 2000 prigionieri asserragliati in un deposito con ventimila tonnellate di esplosivi e armi del ex Unione sovietica.